Di Melania Rizzoli
Ipocondria, non solo paura: ecco quale grave malattia stai covando
Avere paura delle malattie in generale è un timore naturale, insito nell' essere umano consapevole, e tale intima sensazione varia dall' essere lieve o elevata, e ci si può preoccupare per un organo specifico o per una singola patologia, come per esempio avere paura di una malattia cardiaca oppure temere di avere un tumore addominale. Ma in questi ultimi due decenni, poiché abbiamo a disposizione molte più conoscenze e strumenti diagnostici, la credenza illusoria di poter controllare qualunque malattia si è così amplificata al punto che è enormemente aumentata l' ipocondria, uno tra i disturbi psichici maggiormente in crescita. Questa sindrome, classificata tra le fobie, è caratterizzata dalla preoccupazione eccessiva e infondata di una persona riguardo al propio stato di salute, al punto che qualsiasi segnale fisico avvertito, anche fisiologico, viene percepito e riferito come un sintomo di allarme di una patologia più o meno grave. Le persone che soffrono di ipocondria infatti, sono così tanto in ansia per la loro salute, da interpretare ogni segnale o variazione del corpo come conferma di una grave malattia, si convincono di essere malate, e vivono costantemente in allerta, controllandosi minuziosamente, ricorrendo a frequenti visite mediche ed esami diagnostici. Si tratta a tutti gli effetti di un disturbo spesso riconducibile ad ansie sopite, collegato agli aspetti psicologici dell' individuo, tra i quali assumono una rilevanza particolare quelli affettivi che risultano carenti. Leggi anche: Pene, misure ed erezione: istruzioni per un uso corretto Tra le cause principali dell' ipocondria infatti, vi sono l' ansia e la depressione, entrambe mascherate o non accettate, per cui le manifestazioni ipocondriache dal punto di vista psichiatrico sono considerate un meccanismi di difesa da un pericolo, interno od esterno, associato alla vita relazionale e sociale. La preoccupazione continua di un ipocondriaco, sebbene sia concentrata sull' osservazione ossessiva di sintomi oggettivi percepiti nel proprio organismo, come per esempio un banale gonfiore intestinale post prandiale o una palpitazione cardiaca dopo sforzo, ha la caratteristica di persistere anche dopo un controllo medico nel quale viene appurato che non esiste alcuna effettiva patologia, o comunque non una malattia così grave da giustificare il livello d' ansia del soggetto, che invece persiste nonostante egli abbia le capacità intellettive per comprendere la fondatezza delle informazioni sanitarie ricevute. ALLARMI IMMOTIVATI Spesso infatti il sintomo riferito è legato a disturbi ritenuti gravi dal paziente, che crede siano sottovalutati dallo specialista, immaginando ed ipotizzando un gran numero di sindromi potenzialmente letali, mentre in realtà si tratta di disturbi passeggeri e perfettamente curabili, e nonostante le rassicurazioni delle analisi e del medico, egli non crede ai referti, considera quel sanitario incapace di formulare una diagnosi, iniziando così a richiedere una serie di consulti specialistici e procedure diagnostiche, che confermeranno la stessa valutazione della sua chiara e sana condizione fisica. I soggetti ipocondriaci sono sempre alla ricerca di rassicurazioni, e possono però allarmarsi anche se leggono o sentono parlare di una malattia, se vengono a sapere che qualcuno si è ammalato, e quella malattia diventa un elemento centrale della immagine di sé, un morbo da ricercare nel proprio corpo, magari per escluderlo, ma che diventa un argomento abituale, che monopolizza la loro attenzione, e che assume la forma di una intensa preoccupazione per la sofferenza e l' esito che quella patologia potrebbe procurare, pregiudicando significativamente la qualità della vita del soggetto e dei suoi familiari. L' espressione incerta di un medico mentre legge le analisi, anche una smorfia involontaria della sua bocca, sono segnali percepiti dall' ipocondriaco come nefasti, che inaspriscono i suoi timori, rafforzando la convinzione di essere gravemente malato, e spingendolo a cercare conferme su internet, spesso consultato compulsivamente. MADRE IPERPROTETTIVA L' esordio dell' ipocondria è in genere lento, spesso riconducibile ad esperienze pregresse di malattia di un membro della famiglia o di una figura significativa di riferimento, e comunque è riconducibile a patologie gravi come quelle neoplastiche, delle quali si è assistito il decorso e che hanno causato la morte di una persona amata, soprattutto durante l' infanzia e l' adolescenza. Spesso gli ipocondriaci hanno avuto una madre iperprotettiva, che a sua volta manifestava loro il timore della malattia, fosse anche un raffreddore, rispecchiando un' immagine di debolezza in modo sistematico, sia con messaggi espliciti, sia subliminali, che il paziente ipocondriaco conferma e riflette nella sua vita da adulto, quando si convince di possedere anche lui una particolare vulnerabilità alle malattie, manifestando debolezza non solo fisica ma anche psicologica nel controllo delle emozioni e delle ansie. La paura fobica delle malattie può esordire a qualunque età, ma la più comune è la prima età adulta, e tale disturbo è equamente distribuito tra maschi e femmine, con una incidenza nella popolazione generale che sfiora il 10%. L'ipocondriaco inoltre non ha solo il disturbo ossessivo-compulsivo di poter essere ammalato, ma anche quello di poter essere contagiato, per cui in tali soggetti è frequente il rituale di rigorosa igiene personale, di lavaggi frequenti delle mani, degli abiti e dei cibi, e molti di loro arrivano al punto di evitare contatti ravvicinati con il prossimo, inclusi i classici segnali di abbracci o baci di saluto. In psichiatria l' ipocondria è un disturbo considerato simile a quello dell' attacco di panico, ambedue innescati da interpretazioni catastrofiche di normali funzioni somatiche, con la differenza che nell' attacco di panico l'esito nefasto è percepito come immediato, mentre nell' ipocondria è dilazionato nel tempo, assumendo una forte preoccupazione per la sofferenza e poi per la morte. Non esiste una terapia specifica per l'ipocondria, se non a base di farmaci ansiolitici o antidepressivi, a seconda del disturbo dominante, che deve essere trattato da uno psichiatra o uno specialista della salute mentale. Al paziente che teme di avere un cancro si forniscono prove e controprove del contrario, aiutandolo in tal modo a diminuire i sintomi, le preoccupazioni e i timori, e generando ipotesi alternative rispetto a quella catastrofica di avere una grave malattia: questo costituisce una valida strategia finalizzata a ridurre tale fastidiosa, diffusa ed invalidante fobia. Che rovina la vita e a volte fa ammalare davvero. di Melania Rizzoli