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Dai cereali al vino: i cibi che prevengono il tumore

L'alimentazione causa malattie, ma allo stesso tempo può guarirle più velocemente e con meno fatica

Andrea Tempestini
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C'è la curcumina, per esempio. Che è una molecola molto utilizzata nella cucina orientale e che è dotata di un forte potere antiossidante, antinfiammatorio e antitumorale. Assumerla col cibo riduce il rischio di cancro, specie al seno per le donne. Ma pure il vino se assunto con moderazione o il cioccolato sono cibi utili per la prevenzione di malattie molto gravi. L'importante, ovviamente, è il dosaggio. Esistono decine di studi che dimostrano come l'alimentazione sia causa di malattie e, allo stesso tempo, possa contribuire a guarirle.   Il cibo, sostiene il professor Massimo Bonucci, è causa di "almeno il 37% delle malattie più gravi, compresi i tumori". Lo stesso può aiutare il paziente a guarire più velocemente, con meno fatica. E' il caso dei cereali, del concentrato di pomodoro, della soia, del ginseng e dei semi di lino, per fare qualche esempio. Anche di questo si parlerà alla prima Conferenza di Oncologia integrata organizzata dall'Istituto superiore di sanità in collaborazione con Artoi, Associazione ricerca terapie oncologiche integrate. A Roma nei giorni 6 e 7 novembre si alterneranno, presso la sede dell'Istituto superiore di sanità, relatori stranieri ed italiani di alto profilo scientifico e si confronteranno su tutti gli aspetti relativi al benessere del paziente oncologico e alla prevenzione delle neoplasie a cominciare dall'alimentazione.  "Ciascuno di noi ha dentro al suo corpo cellule potenzialmente cancerose e tutti possiamo cercare di evitare che si attivino", spiega Bonucci, fondatore di Artoi. "Il controllo dell'alimentazione e l'assunzione di sostanze naturali, così come altre metodologie di cura mutuate da tradizioni diverse come per esempio la medicina cinese e l'agopuntura, non sostituiscono le cure tradizionali, ma possono servire per la prevenzione, per migliorare gli effetti dei farmaci e la risposta del malato alle terapie", prosegue il professore, che oltre ad esercitare la professione di medico insegna all'Università di Chieti e di Milano.  Per “terapie oncologiche integrate”, ciò di cui si discuterà all'Istituto superiore di sanità, si intende l'applicazione combinata di metodiche diverse che non si escludono  l'una  con l'altra: quelle di carattere interventistico (chirurgia,  radioterapia, ipertermia), farmacologiciche (chemioterapia,  immunoterapia, supporto  complementare),  dietetiche e psicologiche, tutte destinate a migliorare lo stato psicofisico del paziente e la maggior probabilità di risposte  positive.   Tra i soci fondatori di Artoi ci sono scienziati di fama internazionale che operano negli Stati Uniti, tra questi  il consulente oncologico della Casa Bianca il professor Philip A. Salem. Hanno aderito medici che operano in Italia, in diversi centri, come Giuseppe Di Fede, Carlo Pastore, Vezia Mei, Piero Bizzarri, Gianluca Pazzaglia, professionalità diverse del settore medico e farmaceutico come quelle di Mario Bonucci, Felice Bonucci e Massimo Romiti. Le professionalita' associate ad oggi sono oltre cinquanta, attive in tutto lo Stivale.

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