Cancro al colon, la nuova tecnica della colonscopia e la verità su quanto fa male: come ti salva la vita
«Ti salva la vita». Con queste quattro parole riparte la campagna nazionale per la colonscopia, l' esame principe per la prevenzione del tumore maligno del colon-retto, che dai cinquant' anni in su dovrebbe essere fatta da tutti, uomini e donne. Molto efficace per ottenere una diagnosi precoce delle neoplasie dell' apparato intestinale, nell' immaginario collettivo viene spesso associata al dolore, mentre al contrario non procura nessuna sofferenza, e la tecnologia del momento, molto avanzata, oggi la rende un esame strumentale facilmente eseguibile, che permette di individuare e recidere al momento quelle lesioni precancerose che precedono il cancro, come adenomi e polipi di varie dimensioni. Forma, decorso, calibro e colore delle viscere vengono analizzati tramite l' introduzione nel canale anale di un tubo flessibile, una sonda collegata ad una fonte di luce e munita di microcamera, che viene fatta risalire lungo tutto il colon, fino a raggiungere l' ultimo tratto dell' intestino tenue, una esplorazione completa (pancoloscopia) che non lascia scampo neppure alle lesioni piatte, le displasie iniziali ad alto rischio di trasformazione maligna. Leggi anche: Occhiaie e borse sotto gli occhi, Melania Rizzoli avverte: di che malattie possono essere sintomo L' endoscopia moderna infatti, si avvale della tecnica tridimensionale, che consente la visione a 360 gradi delle pareti interne del colon (si chiama Fuse, Full Spectrum Endoscopy) e che permette, con una tecnica mini invasiva, una chirurgia soft che riesce a rilevare persino le lesioni sospette di qualche millimetro, di eseguire l' analisi microscopica (esame istologico) e le biopsie, di qualunque frammento di malattia infiammatoria o di altra natura. Durante l' indagine si possono infatti asportare direttamente eventuali polipi, ovvero quelle escrescenze di natura flogistica frequenti nell' intestino, che inizialmente sono di natura benigna, ma che se lasciate in sede potrebbero, col passare del tempo, degenerare in tumori maligni. Il prelievo è indolore, e la piccola perdita di sangue che si può verificare togliendo il polipo viene immediatamente cauterizzata durante l' esame attraverso lo strumento, che brucia e chiude il capillare con un raggio laser. NESSUN DOLORE Durante l' endoscopia, che avviene in ambulatorio gastroenterologico e senza ricovero, il paziente è sdraiato sul fianco sinistro, con le cosce flesse sul bacino e le ginocchia piegate (rannicchiato), e per garantire una migliore visualizzazione della mucosa colica, man mano che la sonda percorre il tratto intestinale viene insufflata aria (anidride carbonica) attraverso lo strumento stesso, per distendere meglio le pareti intestinali ed individuare anche le più piccole protuberanze anomale. L''endoscopia si esegue con una leggera sedazione eseguita per via endovenosa, che ha la durata dell' esame stesso, che può durare dai 15 ai 30 minuti secondo le difficoltà anatomiche che si incontrano, ed anche al risveglio non si avverte alcuna sintomatologia dolorosa, nemmeno se sono stati eliminati polipi o lesioni precancerose. La preparazione alla colonscopia è l' unico aspetto fastidioso dell' indagine, ma la completa pulizia dell' intestino è fondamentale per la riuscita dell' esame, per cui dal giorno precedente sono obbligatorie alcune restrizioni alimentari (cibi ricchi di scorie) e l' assunzione di purganti formulati in bustine da sciogliere in acqua in due-tre litri di liquido da bere a piccoli sorsi nel giro di sei ore. L' evacuazione massiva delle feci trattenute in tutto il colon non provoca crampi o dolori e si può considerare riuscita e terminata quando la soluzione lassativa svuota completamente l' intestino fino a far fuoriuscire liquido chiaro e trasparente. Purtroppo la ben meno invasiva e semplice ricerca del sangue occulto nelle feci da sola non è sufficiente per la diagnosi preventiva del cancro, non solo per la limitata sensibilità del test (20-30%), ma perché è alta la percentuale di falsi negativi e positivi, ed in attesa delle numerose ricerche per mettere a punto sistemi di screening per il cancro del colon retto su un semplice esame del sangue, la colonscopia rappresenta la migliore indagine esplorativa per una diagnosi certa. I rischi dovuti a tale esame sono limitati e poco frequenti, tanto da consigliare l' esposizione all' indagine piuttosto che la rinuncia, superando timori e vergogne ingiustificate. I candidati alla colonscopia sono soprattutto tutti coloro che hanno avuto casi di tumore del colon in famiglia, che sono in sovrappeso, che sono affetti da poliposi nasale od uterina, che soffrono di coliti ricorrenti o stipsi, chi trova sangue occulto od evidente nelle feci, e chi fa uso frequente di lassativi, anche se oggi questa endoscopia viene consigliata indistintamente a tutti coloro che hanno superato i 50 anni. Prima dell' esame non vanno interrotte di propria iniziativa le cure per abbassare la pressione o per altre malattie cardiache o croniche, tranne le terapie anticoagulanti o antiaggreganti (esclusa l' aspirinetta), e sempre sotto consiglio medico. È necessario sospendere invece l' assunzione di integratori e medicinali contenenti ferro e del carbone vegetale, mentre i pazienti con pace-maker devono informare il personale al momento della prenotazione. La premedicazione con farmaci ad azione sedativa in vena impedisce al paziente di guidare subito dopo l' esame, mentre può bere subito dopo e riprendere a mangiare dopo mezz' ora. ATTENZIONE AI POLIPI Il cancro del colon-retto è la seconda forma di tumore più diffusa in entrambi i sessi in Europa, ed il secondo dopo quello della mammella nella donna e del polmone e della prostata nell' uomo. La malattia, abbastanza rara prima dei 40anni, ha la maggiore incidenza tra i 55 e i 75 anni, ed ogni anno in Italia insistono oltre 50mila diagnosi purtroppo spesso tardive e con malattia avanzata. I fattori di rischio del tumore del colon-retto sono legati alla dieta, ai geni e ad altre cause di tipo non ereditario, ma è bene sapere che tutti siamo a rischio, perché le cause di malattie infiammatorie intestinali sono molte, hanno una sintomatologia sfumata e spesso non vengono diagnosticate e curate. Tutti i tumori del colon originano da polipi intestinali, che non danno mai sintomi, anche se fortunatamente non tutti sono a rischio di malignità, ma nel dubbio è sempre meglio rimuoverli. La colonscopia va eseguita all' inizio ogni cinque anni, ma la frequenza va ravvicinata a due anni nel caso di presenza di poliposi intestinale, perché anche se rimossi se ne possono formare di nuovi. Il cancro del colon è uno dei tumori più facilmente diagnosticabili con visione diretta grazie a questo esame endoscopico, che vale la pena di consigliare e di eseguire per evitarlo, e quindi per salvarsi davvero la vita. di Melania Rizzoli