Tecnica sperimentale

Trapianto di feci, come si fa e a chi può salvare la vita

Matteo Legnani

Trapiantano tutto, dai capelli al cuore. Ma questa è nuova: il trapianto di materiale fecale, cioè di feci. Non è uno scherzo. Anzi, può letteralmente salvare la vita alle persone affette da alcuni batteri che si annidano nell'intestino e sono antibiotico-resistenti. Come la Klebsiella Pneumoniae Carbapenemasi-produttrice (KPC), una infezione batterica opportunistica altamente resistente alle terapie antibiotiche, in grado di causare sepsi sistemiche che possono condurre con elevata probabilità alla morte. Insieme a Grecia e Portogallo, l'Italia è tra i Paese europei più colpiti da questo tipo di infezione. Nei pazienti immunodepressi il tasso di mortalità causato da questo batterio è intorno all'80%. Leggi anche: Uomo morto dopo il trapianto: da dove veniva il cuore che gli hanno messo All'ospedale San Gerardo di Monza hanno così deciso di procedere alla sperimentazione della tecnica del trapianto fecale, che consiste nel trattare 25 pazienti affetti da KPC, ripulire il loro intestino e introdurre nuovo materiale fecale prelevato da soggetti sani, con una flora batterica "normale" e favorire così l'eliminazione del batterio nocivo. la somministrazione del materiale fecale avviene tramite sondino naso-digiunale.