La crionica per farsi congelare e rinascere in un futuro migliore
Ci sono 196 persone, o meglio corpi, congelati nel mondo, ibernati nella speranza di rinascere una volta che sarà stata scoperta la cura alla malattia che li ha fatti morire la prima volta. Sull'inserto culturale del Corriere della Sera, La Lettura, si affronta il tema della "criopreservazione", una pratica di grande ispirazione per film e storie fantastiche, perché in fondo un po' tutti abbiamo pensato almeno una volta nella vita di spingere il tasto pausa e diventare "crionauti", svegliarci dopo almeno un secolo e godere degli sviluppi della scienza. Rimane il problema di farsi immergere nell'azoto liquido a 196 gradi sotto lo zero. Morte reversibile - La disciplina che studia la conservazione dei corpi attraverso il freddo, la crionica, si basa sui principi che la memoria dell'essere umano possono sopravvivere nelle strutture del cervello anche dopo la morte; e di conseguenza, alcuni decessi devono interdersi temporanei. Teoria che per ora non ha trovato riscontri nella realtà, semmai nella speranza di un futuro migliore. Uno dei teorizzatori della crionica è Max Moor, capo di Alcor, leader nel congelamento dei corpi umani. Lui distingue la morte in "reversibile" e "irreversibile": mezzo secolo fa una persona colpita da infarto poteva morire più facilmente, non avendo a disposizione tecniche come la defribillazione. Oggi secondo Moore quelle persone di 50 anni fa non si potrebbero definire semplicemente morte. La tecnica migliora - La crionica non piace granché al mondo religioso e neanche tanto ad alcuni scienziati, poco fiduciosi nel futuro. Poco importa, anche gli italiani si stanno buttando sulla speranza di una seconda vita, dopo una prima fin troppo amara. Il Corsera porta l'esempio di Giovanni Ranzo, romano di 55 anni, che nel 2006 ha firmato un contratto per farsi ibernare negli Usa: "Molti mi dicono che non si può giocare a fare Dio, che la vita è una e bisogna farsela bastare così come ci viene data. Rispondo che, se c’è la possibilità, preferisco rimanere nell’al di qua». Il prezzo varia tra i 10 e i 150 mila euro a seconda del servizio richiesto e dell’istituto scelto, al quale viene intestata l'assicurazione sulla vita. Un chimico britannico, James Lovelock, nel '55 ha rianimati dei ratti congelati: si sono risvegliati come zombie, senza particolari attività cerebrali. Ci hanno poi provato con un cane nel 1987, ma il povero animale era messo peggio dei ratti. Però le tecniche sono migliorate nel tempo: i cani del Safar Center for Resuscitation Research dell’Università di Pittsburgh nel 2005 sono rinati dopo essere stati clinicamente morti per tre ore: le loro condizioni erano migliori degli animali di vent'anni prima, e la tecnica migliora di anno in anno.