Il Festival delle polemiche
Sanremo 2019, il dietro le quinte dalla sala stampa: i giornalisti amavano Lauro e avevano un nemico, Il Volo
Un secondo dopo la proclamazione del cantante Mahmood quale vincitore del Festivàl numero 69, l' Italia, curiosamente, si divide. Strano, non succede mai (qui sarcasmo). Ci sono quelli che «Ha vinto un "nuovo" italiano! Che bella l' integrazione». E quelli che «Le giurie hanno fatto vincere lo straniero! Complotto!». E, insomma, siamo riusciti a trasformare un concorso di canzonette in una grottesca diatriba musical-razziale (e ancora ci domandiamo perché il Paese non riesca a uscire dallo stallo, vabbé...). In ogni caso, il qui presente fesso era giurato accreditato in sala stampa e vi racconta come sono andate le cose dal suo punto di vista. Poi, ovviamente, i complottisti del genere «esistono le scie chimiche» continueranno a credere alla teoria della «truffa ordita dal Palazzo». 1) Mahmood fino a una settimana fa lo conoscevano solo i parenti stretti, qualche appassionato di talent (ha partecipato a X factor 2012, scelto da Simona Ventura, ma è stato eliminato quasi subito) e gli addetti ai lavori. I quotisti non lo davano tra i favoriti, poi da martedì la canzone è iniziata a piacere (molto in sala stampa) e tutti hanno cominciato a battere le mani a ritmo come dei minchioni, trasformando un brano senza grosse pretese in un tormentone (che poi è il segreto del successo della musica "per tutti"). 2) I giornalisti - il cui voto pesava per il 30% del totale (20% la giuria di qualità, 50% il televoto) - sono stati inizialmente invitati a esprimere 4 preferenze tra i 24 cantanti, dal prediletto in giù. Ognuno ovviamente ha scelto i suoi "cavalli", pochi hanno puntato sui tre frugoletti de "Il Volo", invece molto apprezzati dal pubblico casalingo del Festivàl. Quando sono rimasti gli ultimi 3 "concorrenti", in sala stampa (ma anche sui social) c' è stato grande dissenso e molti si sono lasciati andare ad un sonoro: «Il Volo no! Per carità!». 3) A quel punto ogni giurato è stato invitato ad esprimere una sola preferenza e la maggior parte degli "aventi diritto" ha portato avanti le sue convinzioni, maturate nel corso della settimana (il giudizio generale sui tre era il seguente: «Piuttosto che Il Volo meglio il silenzio eterno; Ultimo bravo ma ha fatto di meglio; Mahmood bella scoperta»). 4) Ultimo - da un anno re indiscusso quanto a vendite e clic - stava trionfando da casa come nelle previsioni, ma non tra i giornalisti, che fin dal primo ascolto del suo brano hanno detto «Lui è bravissimo, ma in passato ha fatto di meglio». Per intenderci: se per sbaglio la "sciura Maria" con il televoto avesse portato Achille Lauro tra i primi 3, certamente la sala stampa lo avrebbe trasformato nel vincitore (per il super tatuato solo grandi apprezzamenti, fin da martedì). Leggi anche: Sanremo 2019, come ha vinto Mahmood: la clamorosa analisi del voto 5) I preferiti della sala stampa all' applausometro sono stati, per tutta la settimana: Achille Lauro, Silvestri (premio della critica), Cristicchi (premio Endrigo all' interpretazione), Arisa, Ghemon, Berté, Mahmood. Segno che il televoto ha "dominato" sulle giurie, se è vero come è vero che solo uno tra questi sette artisti è arrivato nei primi tre. 6) Ultimo che arriva in sala stampa, si sente vittima di un complotto e attacca i giornalisti («vi fate forti una settimana all' anno, ma non capite un cazzo») è lo stesso che un anno fa - quando ancora non lo conosceva nessuno - vinse proprio grazie alla sala stampa. Il ragazzo è bravissimo (chi scrive lo ascolta spesso e lo pensa davvero), ma quello presentato quest' anno a Sanremo non è certamente il suo brano più riuscito. 7) Si è fatta molta polemica sulla questione «che bello Mahmood, cantante integrato», l' ha fatta anche l' ex fidanzata del ministro Salvini, Elisa Isoardi, via Twitter («Mahmood ha appena vinto il festival di Sanremo. La dimostrazione che l' incontro di culture differenti genera bellezza»). Ecco, il tentativo di trasformare la vittoria del cantante milanese in un pretesto per fare propaganda "pro" o "contro" il governo (o semplicemente per tirare frecciate avvelenate all' ex fidanzato) è stato azzerato dallo stesso Mahmood: «Cosa ne penso io? Sono nato in Italia, ho la mamma italiana, sono italiano». 8) Proviamo infine a capire il significato del pezzo vincitore, che poi è "Soldi". Mahmood racconta immagini impresse, quelle che lascia il ricordo di un padre che se n' è andato e non è più tornato. «È parecchio autobiografica - ha spiegato all' Unione Sarda -, è una storia che ho vissuto e che hanno vissuto tante persone. Ma ci sono delle parti che non hanno un significato letterale. Per esempio "Beve champagne sotto il Ramadan" è un verso che uso per dire "Predichi bene e razzoli male"». E ancora: "Che fine ha fatto mio padre? Non lo so, non ho rapporti con lui». Totale: se fosse vero (e non lo è) che l' obiettivo della giuria era far vincere un cantante anti-governo, la stessa giuria avrebbe fatto una gran cazzata: il primo ad avercela con il padre egiziano è lo stesso Mahmood. Fine. «Sono solo canzonette» cantava Bennato. Le abbiamo trasformate in un ridicolo caso di Stato. di Fabrizio Biasin