OMS

Immunizzazione, prende il via la settimana europea del 2019

Maria Rita Montebelli

L’immunizzazione ci protegge da malattie gravi e potenzialmente mortali e costituisce uno dei più potenti strumenti di prevenzione a disposizione della sanità pubblica. Questo il messaggio principale che deve veicolare la settimana europea delle vaccinazioni che si celebra ogni anno nella regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Quest’anno la settimana europea delle vaccinazioni, vuole celebrare tutte le persone che contribuiscono ad assicurare che tutti siano protetti contro le malattie prevenibili da vaccinazione (i ‘vaccine heroes’), inclusi: i ricercatori che sviluppano vaccini sicuri ed efficaci, i responsabili delle politiche sanitarie che assicurano l’accesso equo alle vaccinazioni, gli operatori sanitari che somministrano i vaccini, i genitori che scelgono di vaccinarsi e di vaccinare i propri figli per proteggerli da malattie gravi e tutti coloro che si informano sui vaccini da fonti affidabili e condividono informazioni corrette sulle vaccinazioni. In che modo possiamo contribuire? L’Istituto superiore di Sanità elenca una serie di buone abitudini da seguire: “Facendo vaccinare i nostri figli nei tempi previsti dal 'calendario vaccinale'. L’effettuazione delle vaccinazioni in ritardo, rispetto ai tempi previsti espone inutilmente i bambini al rischio di malattie infettive, più frequenti e gravi nei primissimi anni di vita.         Informandoci su quali vaccinazioni sono previste per gli adulti, incluse le vaccinazioni raccomandate nelle donne in età fertile e in gravidanza, e vaccinandoci. Le vaccinazioni non sono solo per i bambini. Informandoci, almeno 6 settimane prima di partire per un viaggio, su eventuali vaccinazioni non ancora effettuate e quelle specifiche raccomandate per la destinazione scelta, assicurandoci che tutta la famiglia sia in regola con le vaccinazioni previste. Informandoci su tutto ciò che riguarda i vaccini e le vaccinazioni da fonti affidabili. Parlando con le persone sui benefici delle vaccinazioni. I vaccini prevengono malattie gravi e salvano Forniscono una protezione individuale dalle malattie ma i benefici non si fermano qui: quando le coperture vaccinali in una comunità sono elevate, proteggono anche le persone che non possono vaccinarsi o che non rispondono al vaccino – in conclusione - Se siamo operatori sanitari, vaccinandoci e usando tutte le occasioni opportune per verificare lo stato vaccinale di tutti i nostri pazienti, siano essi bambini, adolescenti, adulti, o persone anziane”. Nel mondo, le vaccinazioni prevengono ogni anno fino a 3 milioni di decessi (7 mila al giorno) e ci proteggono da malattie gravi come il morbillo, la polio, la difterite, il tetano, e altre. Grazie alla vaccinazione, il vaiolo è stato eradicato ed il numero di casi di polio nel mondo è diminuito da 350 mila casi nel 1988 a 33 casi lo scorso anno. Il numero di casi di morbillo è drasticamente diminuito e la mortalità per questa malattia ridotta dell’84 per cento dal 2000 (550 mila morti nel 2000, circa 90 mila nel 2016). Il tetano neonatale è stato eliminato e altre malattie gravi, come la difterite, sono diventate rare. Proprio grazie a questi successi però, le malattie prevenibili con le vaccinazioni sono sempre meno percepite come un pericolo, e l’attenzione verso l’importanza dei vaccini è diminuita. Negli ultimi due anni, a causa di Coperture vaccinali (cv) non ottimali, nel mondo si sono verificate diverse epidemie di morbillo e difterite. Da luglio 2016, infatti, è in corso una vasta epidemia di difterite in Venezuela, con oltre 1.500 casi confermati e 270 decessi. Sono inoltre in corso epidemie di morbillo in vari Paesi che avevano precedentemente raggiunto l’eliminazione, sia nella Regione Europea, sia nel resto del mondo. In Italia, nel 2017 e 2018 si è verificata una vasta epidemia di morbillo con oltre 8 mila casi e 13 morti. Dal 2013 al 2016, è stata registrata in Italia una diminuzione delle cv per diverse malattie prevenibili da vaccino e, nel 2017 è stato pertanto esteso l’obbligo vaccinale da 4 a 10 vaccinazioni. Questa decisione è stata innescata soprattutto dalla preoccupazione destata dalla situazione epidemiologica del morbillo (malattia per cui l’Italia ha aderito all’obiettivo Oms di raggiungere l’eliminazione) e dal rischio di ricomparsa di malattie ormai eliminate o sotto controllo in Italia. Con l’applicazione della Legge sull’obbligo vaccinale, le copertura vaccinale nei confronti delle malattie prevenibili per le quali è previsto l’obbligo sono aumentate già a partire dal 2017. Un ulteriore aumento è stato registrato in una rilevazione straordinaria effettuata nel 2018 nelle coorti di bambini nati nel 2015, 2014 e 2010. La copertura vaccinale nei confronti della polio (usata come proxy per le vaccinazioni contenute nel vaccino esavalente) nei bambini nati nel 2015, ha raggiunto nel 2017 il 94,6 per cento a livello nazionale e il 95,5 per cento nel primo semestre del 2018, con un valore superiore alla soglia del 95 per cento (la minima raccomandata dall’Oms) in 13 Regioni. Per quanto riguarda il morbillo, la copertura nazionale nei bambini nati nel 2015, per la prima dose di vaccino contro il morbillo (che si effettua a 12-15 mesi di età) ha raggiunto il 91,8 per cento nel 2017 e 94,2 per cento nei primi sei mesi del 2018 (rispetto a 87,3 per cento nel 2016, nei bambini di 24 mesi di età). La copertura vaccinale per la seconda dose di vaccino contro il morbillo (che si effettua a 5-6 anni di età), nella coorte di bambini nati nel 2010, è stata 85,7 per cento nel 2017 e 90,1 per cento nel 2018. Il morbillo è altamente contagioso e la sua eliminazione richiede livelli di copertura vaccinale maggiori o uguali al 95 per cento per due dosi di vaccino. I Paesi di tutte le 6 Regioni Oms hanno fissato obiettivi di eliminazione di questa malattia. Nella regione Europea, 37/53 Paesi hanno eliminato il morbillo e sei hanno interrotto la trasmissione dell’infezione per un periodo di almeno 12 mesi. L’Italia rimane uno dei 10 Paesi dove il morbillo è ancora endemico, questo a causa delle scarse coperture vaccinali nel corso degli anni che hanno portato all’accumulo di ampie quote di popolazione suscettibili all’infezione. Per interrompere la trasmissione endemica del morbillo nel nostro Paese, oltre ad aumentare le coperture vaccinali tra i bambini piccoli (prima dose a 12 mesi e seconda dose a 5-6 anni), è necessario mettere in atto strategie e attività supplementari di vaccinazioni indirizzate alle fasce di età suscettibili, soprattutto giovani adulti nati a partire dalla fine degli anni 70, quando la copertura vaccinale contro il morbillo era molto bassa e si effettuava una sola dose di vaccino. Nel 2017, la copertura vaccinale nei 18enni (nati nel 1999) era solo del 81,2 per cento per la prima dose e 77,7 per cento per la seconda dose. (ANNA CAPASSO)