SOCIETÀ ITALIANA DI NEONATOLOGIA (SIN)

Patto per i bambini prematuri:“il neonato al centro del futuro”

Maria Rita Montebelli

Nel mondo 1 bambino su 10 nasce prematuro, cioè prima della 37ª settimana di gestazione, quasi 100 al giorno. In Italia sono circa  35 mila l’anno. Questi bambini hanno bisogno di un’assistenza specifica, quindi di strutture ed attrezzature moderne e di medici ed infermieri altamente specializzati per garantire cure sempre più avanzate. Per questo la Società italiana di neonatologia (Sin), in occasione della 'Giornata mondiale della prematurità' che si è celebrata nei giorni scorsi, ha lanciato un appello per migliorare l’assistenza neonatale in tutto il Paese, chiamando tutti coloro che sono direttamente o indirettamente coinvolti nella cura dei nati pretermine a sottoscrivere un ‘Patto di collaborazione’. “I neonati pretermine sono una grande sfida per la neonatologia e per la società. È necessario un patto, un’alleanza tra tutti gli attori coinvolti nel percorso di nascita: dalle Istituzioni ai luoghi di cura ospedalieri e del territorio, dalle università alle associazioni di volontariato e alle famiglie – ha dichiarato il presidente della Sin Fabio Mosca – I neonati e le loro famiglie devono tornare al centro delle scelte politiche a tutti i livelli, e ancora di più questi piccoli neonati più fragili, che richiedono attenzioni particolari”. Il Patto ha già raccolto il consenso del ministero della Salute, che supporterà l’iniziativa con una campagna di comunicazione istituzionale, mediante uno spot televisivo realizzato insieme alla Sin, per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo problema sempre più frequente e poco conosciuto. L’Italia oggi è uno dei paesi con il più basso tasso di mortalità al mondo per neonati di peso inferiore a 1500 grammi. Gli ultimi dati disponibili evidenziano, infatti, una mortalità nel nostro Paese dell’11,3 per cento rispetto al 14,3 per cento delle più importanti terapie intensive neonatali a livello mondiale. Se si vogliono mantenere questi elevati standard di qualità oggi raggiunti nelle cure al neonato, sono necessarie più risorse, umane e tecnologiche, ed il supporto delle istituzioni nazionali e locali. “La nascita di un bambino prematuro, o che presenta fin dai primi momenti della sua vita delle patologie, è fonte di sofferenza e di stress per i genitori, che si trovano proiettati bruscamente in una nuova realtà, dolorosa e incerta, il cui impatto risulta spesso traumatizzante – ha continuato Mosca – Per supportare adeguatamente questi bambini e le loro famiglie è fondamentale poter contare su una rete efficiente di cure perinatali, che deve iniziare durante la gravidanza e al momento della nascita, che deve avvenire in ospedali dotati di terapia intensiva neonatale e proseguire anche dopo la dimissione, con servizi di assistenza domiciliare e follow-up adeguati e omogenei in tutto il Paese”. Per farlo la Sin invita ad investire sull’attuale rete dei punti nascita e delle terapie intensive neonatali che non risponde più alle esigenze assistenziali e alla oggettiva disponibilità di risorse, carenti in particolare nelle regioni meridionali. Troppo poche le risorse dedicate alla cura del neonato prima e dopo la dimissione dalle neonatologie, in particolare quelle umane, sia mediche che infermieristiche. La carenza di neonatologi è uno dei problemi più urgenti da affrontare per continuare a garantire il buon livello delle cure neonatologiche in Italia, che presentano, comunque, grandi differenze regionali,con un rischio di mortalità neonatale del 39 per cento superiore al Sud rispetto al resto d’Italia. La Sin e le tutte le neonatologie italiane intendono impegnarsi, soprattutto, su tre punti: 1) Accesso ai genitori h24 in tutte le terapie intensive neonatali. Nonostante gli sforzi messi in campo negli ultimi anni, oggi solo il 61 per cento di queste consente un accesso h24 ai genitori, con forti disparità regionali. La presenza dei genitori nella gestione quotidiana del neonato risulta indispensabile, per facilitare più precocemente possibile il legame con i genitori e per permettere a mamma e papà di occuparsi della care del proprio bambino nei diversi momenti della giornata. La permanenza dei genitori col neonato 24h ha il fine di ridurre lo stress, facilitare l’allattamento materno ed il contatto fisico tra genitori e neonati e aiutare la famiglia a partecipare nella presa di decisioni cliniche che riguardano il proprio figlio. 2) Corsi di rianimazione neonatale per tutti i neonatologi. Obiettivo assicurare la migliore assistenza possibile in sala parto in tutti i punti nascita italiani, fin dai primi importantissimi minuti di vita. Le cure nella prima ora di vita – la famosa golden hour – possono influenzare in modo determinante gli esiti a distanza di questi neonati estremamente vulnerabili. È dunque, fondamentale che, in questo limitato intervallo di tempo, l’équipe medico-infermieristica applichi efficacemente le linee guida di riferimento. È inoltre intenzione della Sin effettuare un’indagine per valutare le dotazioni di attrezzature delle isole neonatali negli ospedali italiani. 3) Migliorare l’assistenza dopo la dimissione. Grazie ad una rete di servizi di follow-up ben organizzata e strutturata, oggi troppo eterogenea geograficamente e sottodimensionata rispetto alle reali esigenze. Questi servizi sono fondamentali per proseguire le cure dopo la dimissione, ma anche necessari ad effettuare la diagnosi precoce dei disturbi neurologici e sensoriali, con un inizio tempestivo del supporto riabilitativo e abilitativo. “Dobbiamo riportare il neonato al centro del futuro – ha concluso Mosca – Per farlo c’è bisogno dell’impegno di tutti gli attori coinvolti nel percorso nascita ed un intervento sinergico del mondo scientifico e delle istituzioni, per attivare iniziative di sostegno alla maternità e all’infanzia”. (MATILDE SCUDERI)