ALLERGOLOGIA
La metà delle persone con allergie senza diagnosi nè terapia adeguata
‘Allergico un italiano su quattro: un problema di salute pubblica dalle ampie ricadute sociali. Verso un percorso condiviso di allergologia sociale’ è il titolo dell’evento organizzato a Roma presso la Camera dei Deputati per fare il punto sul tema delle allergie, sullo stato di salute dell’allergologia italiana e soprattutto per proporre alle istituzioni un percorso costruttivo e concreto che ha visto, per la prima volta, uniti i diversi attori, sanitari e non, nella richiesta di creazione di un tavolo ministeriale per la prevenzione e la gestione delle allergie. Vi hanno partecipato tra gli altri Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale (Simg), Filippo Tesi, presidente Federasma e Allergie Onlus, gli onorevoli Michela Rostan, Celeste D’Arrando e Marcello Gemmato della Commissione Affari Sociali della Camera e gli onorevoli Riccardo Augusto Marchetti e Walter Verini della Commissione Giustizia della Camera. Le allergie sono patologie complesse e di diversa gravità, con importanti ricadute negative sulla qualità della vita dei pazienti ed un significativo impatto sui costi socio-sanitari. Per coglierne il reale impatto l’Associazione allergologi, immunologi italiani territoriali e ospedalieri (Aaiito) ha svolto una analisi dettagliata, considerando le diverse forme di allergie: respiratorie, alimentari, da punture di imenotteri (api, vespe, calabroni), da contatto e da farmaci. I risultati dimostrano come l’insieme delle malattie allergiche sia realmente un’epidemia sottovalutata e spesso banalizzata. Ecco i risultati, in sintesi: . Allergie respiratore (asma e rinite allergica): ne soffre circa il 20 per cento della popolazione italiana; . Allergie alimentari: ne soffre il 3-4 per cento della popolazione adulta e il 10 per cento della popolazione pediatrica; . Allergie da veleno di imenotteri: circa 5 milioni di italiani punti annualmente, di questi da 1 a 8 su 100 sviluppano reazioni allergiche; . Allergie da farmaci: ne soffre il 7 per cento della popolazione generale ed oltre il 20 per cento dei pazienti ospedalizzati; è causa di oltre l’8 per cento dei ricoveri ospedalieri. Per quanto riguarda il peso economico, nel nostro Paese, secondo uno studio del 2015, i costi indotti dalle sole malattie respiratorie allergiche nel 2013 superavano i € 7,33 miliardi, di cui il 72 per cento ovvero € 5,32 miliardi attribuibili a costi diretti sanitari e la restante quota parte pari a € 2,02 miliardi associata a costi indiretti attribuibili ad assenteismo causato dalla malattia. “Anche solo la raccolta degli episodi di cronaca nera di quest’estate, che ha riportato numerosi casi di anafilassi fatale per allergia alimentare, per punture da veleno di imenotteri e per asma – spiega il dottor Antonino Musarra, presidente Aaiito – ci dovrebbe chiarire come le allergie non siano rappresentate solo da un semplice raffreddore o un mal di pancia. Quando si parla di allergie, infatti, si intende non solo la rinite allergica, ma anche forme gravi come l’asma, l’anafilassi da alimenti, farmaci e punture di imenotteri. Si calcola infatti che circa l’1 per cento di tutti gli accessi ai Pronto Soccorsi italiani sia dovuto ad anafilassi e sia causato principalmente da gravi reazioni allergiche generalizzate ad alimenti, punture da imenotteri e farmaci”. Allergologia una disciplina in crisi, alle prese con un esercito di pazienti. Secondo l’ultima mappatura della rete allergologica italiana relativa al 2017, nonostante il peso epidemiologico crescente delle patologie allergiche, si contano soltanto 13 strutture complesse (al disotto dello standard minimo di 1 struttura complessa per ogni 2 milioni di abitanti) e 58 strutture semplici; mentre, per quanto riguarda il territorio, 150 allergologi titolari di specialistica ambulatoriale. Infine, su 180 medici specializzati in allergologia negli ultimi 5 anni, più del 50 per cento non riesce a trovare lavoro nelle strutture di allergologia. “Per questo motivo – conclude Musarra – Aaiito ha proposto alla Simg ed a Federasma e Allergie Onlus, di fare fronte comune, con l’obiettivo di aprire un confronto istituzionale con il Ministero della Salute e con le componenti parlamentari, per affrontare ed analizzare le criticità, e più in generale, le prospettive di sostenibilità del Ssn in ambito allergologico fornendo risposte di qualità ai bisogni specifici di salute. Il nostro progetto può essere sintetizzato in quattro proposte concrete che vogliamo mettere al centro della discussione. La prima consiste nel definire un modello per le reti cliniche che, sull’esempio di quanto avviato nella Regione Lazio, comprenda gli ambulatori di I° livello, per un primo inquadramento diagnostico ed eventuale invio al II° livello, presso strutture ospedaliere o universitarie che possano farsi carico delle prestazioni allergologiche più complesse. La seconda punta a rendere più agevole per i cittadini l’accesso ai centri di allergologia riducendo le differenze regionali e razionalizzando il numero e la distribuzione delle Strutture su tutto il territorio. La terza prevede di rendere gratuite le principali terapie in tutta Italia, riconoscendo la cronicità delle malattie allergiche e la natura salvavita di alcune di esse (come ad esempio l’immunoterapia specifica per veleno di imenotteri). L’ultima proposta, non meno importante, sarà quella di studiare insieme strategie e piani atti a favorire la diagnosi precoce delle malattie allergiche”. (EUGENIA SERMONTI)