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Osservatorio malattie rare Omarvince l’Inspiringpr award del 2018

Maria Rita Montebelli

Si aggiudica l’Inspiringpr award 2018 - il riconoscimento della Federazione relazioni pubbliche italiana (Ferpi) per la miglior campagna o azione di relazioni pubbliche – l’unica agenzia giornalistica in Italia e in Europa dedicata alle malattie rare e ai tumori rari, l’Osservatorio malattie rare (Omar). La consegna del premio, giunto alla sua seconda edizione, si è svolta negli scorsi giorni nella monumentale sede della scuola grande San Giovanni Evangelista a Venezia nell’ambito della quinta edizione di Inspiringpr, il festival delle relazioni pubbliche organizzato da Ferpi Triveneto.L’Osservatorio – rappresentato a Venezia dal direttore Ilaria Ciancaleoni Bartoli - è stato scelto per aver dato vita al premio Omar, un concorso giornalistico dedicato esclusivamente ai temi delle malattie e dei tumori rari, che negli anni ha premiato decine di firme del giornalismo italiano che hanno contribuito a diffondere un’informazione corretta su questi temi. “L’Osservatorio malattie rare – si legge nelle motivazioni - interpreta il ‘cambiamento’, cui è dedicata la V° edizione di Inspiringpr, declinandolo nella capacità di far conoscere a tutti coloro che operano nell’ambito della comunicazione e divulgazione i temi delle malattie e dei tumori rari, invitandoli ad avvicinarsi senza paura a queste problematiche per conoscere da vicino coloro che vivono la rarità’, siano essi pazienti, ricercatori, clinici o esperti. Il premio Omar consente di cambiare il nostro modo di vedere le cose per poi raccontarle”. La giuria, composta dal comitato scientifico di Inspiringpr, dal presidente di Ferpi, Pier Donato Vercellone, dal consigliere nazionale Filippo Nani e dal delegato per il Triveneto Federica Zar, ha poi conferito una menzione speciale alla Fondazione cassa di risparmio di Padova e Rovigo per il progetto ‘Segnavie. Orientarsi nel mondo che cambia’, un ciclo di eventi che vuole essere una riflessione produttiva capace di favorire un passaggio dalla cultura del fare, per molti versi ancora dominante nel Nordest, alla cultura del‘capire per fare meglio’. (MATILDE SCUDERI)