HEALTH TECHNOLOGY ASSESSMENT (HTA)

Malattie infiammatorie croniche:un workshop per capirne l’impatto

Maria Rita Montebelli

Dai clinici ai farmaco economisti, passando per i farmacologi e i bioeticisti fino ad arrivare ai pazienti: era questa la composizione del parterre di esperti che è stato coinvolto durante il ‘Workshop di economia e farmaci in immunology: inflammation, disability, repair, innovation’, un’occasione molto importante per analizzare l’impatto economico e sociale della disabilità legata alle malattie infiammatorie in gastroenterologia, dermatologia, reumatologia e apparato respiratorio, che colpiscono milioni di pazienti. “Il workshop di economia e farmaciè un progetto innovativo di ricerca e formazione, nato con l’obiettivo di creare in Italia un modello di lavoro basato sugli standard del Core model health technology assessment (Hta) - ha spiegato Americo Cicchetti, direttore Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems), ordinario di organizzazione aziendale, università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, past president della Società italiana di health technology assessment (Sihta)- il workshop, attraverso un gruppo di lavoro multidisciplinare che include clinici, farmaco economisti, farmacologi, bioeticisti e pazienti, si occupa di valutare l’impatto di queste patologie infiammatorie sulla spesa, per misurarne, con metodologia di studio dell’Hta, le diverse dimensioni cliniche, economiche e sociali e fornire alle istituzioni le evidenze necessarie a prendere le opportune decisioni”. “Saranno approfondite le malattie infiammatorie in ambito gastroenterologico, dermatologico, reumatologico e respiratorio, verranno affrontati i temi dell’impatto sociale ed economico della disabilità legata proprio a queste patologie, della sostenibilità del sistema e del ruolo delle istituzioni - ha detto Antonio Gasbarrini, professore di gastroenterologia, facoltà di medicina, università Cattolica del Sacro Cuore, Fondazione policlinico universitario Agostino Gemelli, Roma - saranno inoltre presentati modelli organizzativi di eccellenza italiani ed internazionali quali esempi di gestione ottimale dei pazienti con infiammazione cronica. Sarà dedicato spazio ad un approfondimento di patogenesi, biomarcatori, presente e futuro delle terapie, comorbidità e vaccinazioni”. “Oggi più che mai per un paziente diventa fondamentale oltre ad affidarsi alle cure di una struttura e a degli specialisti che lo possano seguire nel suo percorso di cura – sottolinea Antonella Celano, presidente dell’ Associazione nazionale persone con malattie reumatologiche e rare (Apmar) – poter contare sull’aiuto delle associazioni in grado di guidarlo nell’affrontare le problematiche legate alla sua patologia. In questo senso ritengo che sia assolutamente necessario rafforzare il rapporto tra associazioni e società scientifiche, creando un’alleanza forte e consolidata per il bene comune della persona affetta da queste patologie, affinché non si senta mai sola e sappia che dietro di lui ci sono persone che lottano per garantire i suoi diritti”. (MATILDE SCUDERI)