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Ricerca: cannella brucia grassi, la spezia del Natale arma contro l'obesità

Milano, 22 nov. (AdnKronos Salute) - Metti un cucchiaino di cannella in polvere nell'impasto dei biscotti, ed è subito profumo di Natale. La spezia più amata da chi aspetta con ansia la magia delle Feste scalda l'anima, ma non solo. Persino le cellule di grasso non resistono al suo potere. Lo ha scoperto negli Usa un team di scienziati del Life Sciences Institute (Lsi) dell'università del Michigan, secondo cui la cannella potrebbe essere 'arruolata' nella lotta contro l'obesità. Merito della cinnamaldeide, un olio essenziale che le conferisce il suo inconfondibile sapore e che - secondo la ricerca pubblicata, per restare in tema natalizio, sul numero di dicembre della rivista 'Metabolism' - migliora la salute metabolica agendo direttamente sugli adipociti, inducendoli a bruciare energia attraverso un processo chiamato termogenesi. Gli scienziati avevano precedentemente osservato che la cinnamaldeide sembrava proteggere i topi dall'obesità e dall'iperglicemia. Ma i meccanismi alla base di questo effetto non erano ancora ben chiari. I ricercatori del laboratorio di Jun Wu, in forze nel Lsi, volevano capirne meglio l'azione e determinare se potesse essere protettiva anche negli esseri umani. Visto che si stava scoprendo che questo composto influisce sul metabolismo, "volevamo capire quale via fosse coinvolta - chiarisce Wu - e vedere come appariva nei topi e come nelle cellule umane". Wu e colleghi hanno condotto test sugli adipociti umani di volontari di diverse età, etnie e indici di massa corporea. E quando le cellule sono state trattate con la cinnamaldeide, i ricercatori hanno notato una maggiore espressione di diversi geni ed enzimi che migliorano il metabolismo dei lipidi. Hanno anche osservato un aumento di due importanti proteine regolatorie metaboliche, Ucp1 e Fgf21, coinvolte nella termogenesi. Gli adipociti normalmente immagazzinano energia sotto forma di lipidi. Queste riserve a lungo termine erano vantaggiose per i nostri lontani antenati, che avevano molto meno accesso agli alimenti ad alto contenuto di grassi e quindi un maggiore bisogno di fare scorte. Il grasso 'stoccato' può essere infatti utilizzato dal corpo in periodi di scarsità o in presenza di temperature fredde, che inducono gli adipociti a convertire l'energia immagazzinata in calore. "Solo relativamente di recente il surplus di energia è diventato un problema", riflette Wu. "Nel corso dell'evoluzione il problema era l'opposto, cioè la carenza. Di solito succede quindi che qualsiasi processo consumi energia si spegne nel momento in cui il corpo non ne ha bisogno". Con il dilagare dell'epidemia di obesità diversi ricercatori, come Wu, si sono messi alla ricerca di modi per stimolare le cellule di grasso ad attivare la termogenesi, riaccendendo quei processi di combustione dei grassi. E Wu ritiene che la cinnamaldeide potrebbe offrire un metodo di attivazione. Essendo già ampiamente utilizzata nell'industria alimentare, potrebbe essere più facile convincere i pazienti a seguire un trattamento a base di cannella piuttosto che un regime farmacologico tradizionale, ragiona lo scienziato. "La cannella ha fatto parte delle nostre diete per migliaia di anni e la gente generalmente la gradisce. Se può anche aiutare a proteggere dall'obesità, abbiamo un possibile approccio alla salute metabolica al quale è più facile per i pazienti aderire", conclude Wu, aggiungendo un'unica precisazione, prima che qualcuno decida di cogliere l'occasione del Natale - periodo di abbuffate - per riversare tonnellate di cannella in più nei dolci, sperando di tenere a bada i chili di troppo: sono necessari ulteriori studi per determinare il modo migliore per sfruttare i benefici metabolici della cinnamaldeide senza causare effetti collaterali avversi.