OCCHIO AL DIABETE
Edema maculare diabetico: Quali farmaci per fermarlo?
592 milioni di persone colpite nel mondo entro il 2035, questa è la previsione degli esperti sulla pandemia globale di diabete, malattia in continua espansione anche per effetto di abitudini alimentari scorrette e sedentarietà. Nel nostro paese il diabete riguarda oggi 1 italiano su 12 per un totale di oltre 3 milioni e mezzo di persone, la prevenzione e una corretta gestione della patologia sono di primaria importanza per evitare l’insorgenza di complicanze anche gravi. Tra queste, l’edema maculare diabetico è la complicanza oculare più diffusa e rappresenta la principale causa di perdita della vista nella popolazione adulta under 65, una minaccia che impatta fortemente sui pazienti: di tutte le disabilità, la perdita della vista è infatti una delle più temute, con circa l'80 per cento delle persone che la temono più di perdere un arto. L’iperglicemia cronica del diabete provoca infiammazione, che può portare alla formazione dell’edema maculare diabetico ovvero un accumulo di liquidi nella macula, la parte centrale e più importante della retina, che ci consente di leggere, guidare, riconoscere i volti e i colori. Si manifesta con un calo progressivo della vista e una visione deformata - immagini ondulate, aree sfocate, macchie scure, alterazione dei colori tra i sintomi - che impedisce lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Inoltre, i costi diretti e indiretti associati alla riduzione della vista hanno peso su tutti i livelli: dalle prestazioni dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps) erogate ogni anno - più di 1 miliardo a favore dei ciechi civili - ai costi ospedalieri, alla minore produttività lavorativa, all’impegno dei familiari per accompagnamento dell’ipovedente. Da una recente indagine europea è emerso che il carico degli appuntamenti per un paziente con edema maculare è pari a ben 19 ogni 6 mesi: l’impatto sulla qualità di vita, oltre che sui costi per il Servizio sanitario nazionale, è notevole. La cura consiste in trattamenti intravitreali che consentono di arrestare la progressione della malattia e per somministrarlaa un paziente è richiesto in media un impegno di 4 ore e 27 minuti ad ogni singolo appuntamento, incluso il tempo del viaggio. Il 37 per cento dei pazienti necessita complessivamente di più di 2 giorni di assenza dal lavoro per sottoporsi alle cure e il 71 per cento si avvale dell’assistenza di un accompagnatore o familiare. Di questi, il 50 per cento degli accompagnatori lavora, e di questi, il 59 per cento deve prendere dei giorni di permesso per aiutare e sostenere il paziente. Esiste inoltre un significativo impatto psicologico: il 75 per cento dei pazienti riferisce ansia prima di ricevere l’iniezione, il 54 per cento riferisce ansia per più di 2 giorni prima del trattamento. A fronte di questa fotografia, i principali bisogni insoddisfatti dei pazienti con edema maculare diabetico sono: avere meno iniezioni e meno appuntamenti a parità di risultati. “Il laser è stato per anni l’unica cura disponibile per l’edema maculare diabetico - spiega il professor Francesco Bandello, direttore della clinica oculistica dell’università Vita-Salute, istituto scientifico San Raffaele di Milano - esistono terapie farmacologiche, inizialmente utilizzate per trattare la degenerazione maculare, che tengono sotto controllo l’edema e sono somministrate tramite ripetute iniezioni intravitreali, in media con cadenza mensile, almeno durante i primi cicli di trattamento. Oggi è disponibile un trattamento specifico per curare l’edema maculare diabetico e trattare in maniera mirata l’infiammazione che causa la formazione dell’edema. Si tratta di un farmaco cortisonico che viene iniettato nella cavità vitreale ed agisce a lungo rilascio: il principio attivo si scioglie gradualmente e agisce per diversi mesi. Questo rende necessaria soltanto una iniezione ogni 6 mesi”. In Italia sono circa 200 mila i pazienti affetti da edema maculare diabetico, ma potrebbero essere molti di più, in quanto parecchi non sanno di avere la malattia e non sono pertanto stati diagnosticati. Ogni paziente diabetico dovrebbe sottoporsi frequentemente a controlli della vista per diagnosticare una retinopatia diabetica ed intervenire tempestivamente. (MATILDE SCUDERI)