UN VOLUME DI ONDa

Tumori: sempre più casi tra le giovani in età fertile

Maria Rita Montebelli

Le neoplasie rappresentano, dopo le malattie cardiovascolari, la principale causa di morte femminile: sono responsabili ogni anno del decesso di 486 donne ogni 100 mila sopra i 75 anni e di 150 dai 55 ai 74 anni. In Italia si stimano circa 87 mila casi all’anno di tumori maligni su tutta la popolazione femminile in età 0-84 anni; di questi, oltre la metà riguarda la mammella (www.tumori.net, Banca dati 2013). Dati su cui riflettere, quelli che sintetizzano lo stato dell’oncologia relativa alle donne nel nostro Paese. Proprio con l’obiettivo di tracciare una panoramica il più possibile completa e aggiornata del problema, O.N.Da - Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna, grazie al supporto di Farmindustria, ha realizzato un volume di approfondimento dal titolo “Donne e tumori. Aspetti clinici, psicopatologici e terapeutico-assistenziali”. Il libro, edito da Franco Angeli e distribuito nelle librerie dell’editore, è stato presentato nei giorni scorsi a Roma di fronte a Istituzioni, medici, operatori sanitari, Associazioni, rappresentanti dell’industria e della stampa. Il tema dei tumori femminili è stato trattato attraverso il coinvolgimento multidisciplinare di più specialisti. La prima parte del volume, dedicata agli aspetti clinici e diagnostico-terapeutici, ha analizzato le 3 principali neoplasie dell’universo donna (mammella, collo dell’utero e ovaio) e il carcinoma polmonare, evidenziando il preoccupante trend di crescita di quest’ultimo e di quello al seno. La seconda ha, invece, messo a fuoco i riflessi del cancro e delle sue terapie su femminilità, fertilità e sessualità; argomenti particolarmente delicati, dato l’aumento del numero di tumori che colpiscono giovani donne in età fertile e il progressivo innalzamento dell’età alla prima gravidanza. Esplorata anche la sfera dei disturbi emotivo-affettivi che possono colpire le pazienti oncologiche. La depressione, in particolare, si associa spesso a una peggiore qualità di vita, a una minore aderenza ai trattamenti e controlli oncologici e, quindi, a un decorso della patologia tumorale meno favorevole. Nella terza parte, il libro affronta il tema cruciale dell’accesso ai farmaci oncologici e del ruolo del Servizio Sanitario Nazionale nel supporto alle pazienti e alle loro famiglie, accanto all’importante contributo delle Associazioni. Nelle conclusioni, infine, vengono passate in rassegna le prospettive future della ricerca, che va nella direzione di una medicina sempre più “personalizzata”. Il volume è dedicato ad Ada Burrone e Mario Sideri, due figure che hanno dedicato la vita, seppur in ambiti differenti, all'oncologia e a cui O.N.Da rimarrà sempre legata. “L’oncologia, considerando l’impatto clinico-epidemiologico e socio-economico dei tumori femminili, rappresenta senza dubbio una delle aree tematiche su cui l’Osservatorio è maggiormente impegnato – afferma Francesca Merzagora, Presidente di O.N.Da – In tale ambito i nostri sforzi si concentrano su quelli che riteniamo gli obiettivi fondamentali da raggiungere: coinvolgere le Istituzioni per la definizione d’interventi di programmazione sanitaria mirati a offrire omogeneamente sul territorio nazionale servizi clinico-diagnostici e terapeutico-assistenziali sicuri e di qualità; informare la popolazione, sensibilizzarla e aumentarne la consapevolezza, in particolare sugli aspetti che riguardano la prevenzione (quale unica ed efficace arma di difesa contro i tumori); migliorare la qualità e l’accessibilità dei servizi del SSN. L’auspicio è che il volume rappresenti uno strumento di sensibilizzazione e aggiornamento per gli operatori – clinici e non – coinvolti nella gestione della malattia oncologica, per le Istituzioni e per coloro che hanno responsabilità decisionali nel settore sanitario, con l’obiettivo di giungere alla pianificazione d’interventi mirati e all’organizzazione di servizi di prevenzione, diagnosi e cura sempre più a misura di donna”. “Un dovere del Servizio Sanitario Nazionale – dichiara il professor Walter Ricciardi, Commissario dell’Istituto Superiore di Sanità e Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – è quello di accompagnare i pazienti durante tutto il loro percorso terapeutico, sia a livello territoriale che ospedaliero, salvaguardandone sempre la dignità. Da qui l’esigenza e l’importanza di creare una valida e salda rete di supporto sanitario-assistenziale, improntata a principi di civiltà, etica, solidarietà ed empatia, che accompagni i malati e le loro famiglie nell’affrontare e, possibilmente risolvere, le innumerevoli difficoltà fisiche, psichiche ed organizzative che ogni giorno si trovano ad affrontare, cercando di ridurre quel senso di smarrimento e sconforto che inevitabilmente si prova quando viene formulata una diagnosi, soprattutto se a esito infausto. Quando la diagnosi prende il nome di ‘cancro’ le connotazioni negative legate al tipo di patologia, nonché il lungo e difficile percorso che la famiglia è costretta ad affrontare insieme al paziente, generano l’impressione di essere completamente invasi e sopraffatti dal male, con conseguente senso di smarrimento, confusione e paura. È per questo che il nostro Servizio Sanitario Nazionale eroga e garantisce a tutti i cittadini diversi percorsi terapeutici, che variano a seconda della gravità e della fase in cui la malattia viene accertata”. “Sconfiggere le malattie e migliorare la qualità della vita, offrendo soluzioni sempre più efficaci. È questa la mission dell’industria farmaceutica – afferma Massimo Scaccabarozzi, Presidente Farmindustria – Finora, grazie anche alle imprese del farmaco, sono stati ottenuti risultati incoraggianti pure nel campo delle patologie tumorali femminili. Anche se la strada è ancora lunga e difficile, ad oggi è cresciuta l’aspettativa di vita di tanti pazienti. Ad aumentarla ancora possono contribuire i nuovi medicinali immuno-oncologici, ormai in fase avanzata di sperimentazione clinica, che una volta autorizzati ed entrati in commercio potrebbero aprire innovativi scenari di cura. E per raggiungere ulteriori traguardi occorre ampliare il network pubblico-privato nella ricerca, favorendo gli investimenti delle aziende, attraverso la stabilità del quadro normativo e la semplificazione burocratica. È necessario assicurare ai farmaci un accesso più rapido e uniforme, per non assistere a una ‘tragica lotteria della nascita’, che vede agevolati coloro che nascono in alcune regioni. L’industria farmaceutica è pronta ad affrontare le nuove sfide della Ricerca, promuovendo la medicina di genere, correttamente intesa. L’importanza che le donne hanno per il nostro settore è facilmente dimostrabile: costituiscono il 44% degli addetti e il 53% dei ricercatori. Per il futuro sarà importante offrire cure all’avanguardia, che ormai sono sempre più personalizzate e biotecnologiche”. (STEFANO SERMONTI)