CAMPAGNE EDUCAZIONALI
Troppi gli italiani senza fiato che si curano poco e… male!
Paura degli effetti collaterali, scarsa fiducia nei farmaci, troppo poco tempo passato con il medico a discutere le cure. Sono solo alcuni dei tanti motivi che allontanano dalle terapie gli oltre 7.5 milioni di italiani con malattie respiratorie croniche come asma o broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO): oltre 3.5 milioni non si curano per più di tre mesi in un anno, rinunciando del tutto ai farmaci per inalazione che consentono di tenere sotto controllo i sintomi nel lungo periodo o assumendoli poco e male. La scarsa adesione alle terapie diventa un'”epidemia” fra i bambini, gli adolescenti e gli anziani: sette under 14 su dieci dopo un anno hanno abbandonato i farmaci, il 60% degli adolescenti snobba le cure, oltre il 60% degli over 65 le segue per appena due mesi in tutto l'anno. Le conseguenze non si fanno attendere: una ricaduta grave su quattro e sei ricoveri su dieci sono imputabili proprio alla mancata o inadeguata aderenza alla terapia, con costi evitabili che arrivano quasi a 10 miliardi di euro l'anno. Per far sì che un numero sempre maggiore di pazienti segua in maniera corretta le cure prescritte, parte la campagna “Le 3C di aderenza” promossa dalla Società Italiana di Medicina Respiratoria (SIMER) e dalla Società Italiana di Allergologia Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC): Consapevolezza, Correttezza e Costanza sono le parole chiave di spot che verranno trasmessi nei prossimi mesi su 1100 schermi nelle 13 più grandi stazioni ferroviarie d'Italia del network Grandi Stazioni e sui canali social di Facebook e YouTube. Sarà inoltre aperto un sito web dedicato www.aderenza3c.it e fino ai primi mesi del 2015, in un ampio campione di farmacie di tutta Italia saranno a disposizione infermieri specializzati per aiutare a fugare i molti dubbi pratici che spesso assalgono i malati: una migliore aderenza alle cure passa infatti da una maggiore informazione ed educazione dei malati, come sottolinea il nuovo “Manifesto” per l'aderenza alle terapie appena sottoscritto dai maggiori esperti di malattie respiratorie per indicare le strategie più efficaci a ottimizzare la gestione dei pazienti. Perché non ci si cura. “La mancata o inadeguata aderenza alle terapie ha molti motivi – osserva Walter G. Canonica, Direttore della Clinica di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell'Università di Genova e Presidente SIAAIC – I più comuni sono la dimenticanza, le variazioni nello schema terapeutico, uno stile di vita troppo attivo: tanti seguono la terapia dal lunedì al venerdì, poi nel fine settimana o in vacanza non riescono a farlo adeguatamente. Altri pazienti modificano deliberatamente la terapia, perché pensano di non averne bisogno nei periodi in cui hanno meno sintomi, perché temono gli effetti collaterali o perché lo schema terapeutico interferisce molto con la loro vita quotidiana. In altri ancora la mancata adesione è inconsapevole, perché non si sono comprese le istruzioni date dal medico e non si è capita l'importanza dell'aderenza alla terapia: se il rapporto medico-paziente è frettoloso, come purtroppo spesso accade per la scarsità di tempo che è possibile dedicare a ciascun caso, inevitabilmente si rischiano lacune nella comprensione della gestione della malattia”. La Consapevolezza del paziente non a caso è la prima delle 3C della campagna per l'aderenza alle terapie: tuttora pochi conoscono le malattie respiratorie croniche, una recente indagine ha mostrato che il 51% dei quindicenni non ha mai sentito parlare di asma e la BPCO è ancor meno nota. La scarsa consapevolezza porta a sottostimare le possibili conseguenze di queste patologie, per cui è fondamentale migliorarne la conoscenza nella popolazione. Le altre due C del progetto richiamano agli altri pilastri delle terapie croniche per tenere sotto controllo asma e BPCO e sono conseguenza di un'adeguata consapevolezza: la Correttezza delle cure, ovvero l'importanza di attenersi alle indicazioni date dal medico per prendere i farmaci nel modo e al momento giusto, e la Costanza nell'assumerli per ridurre il pericolo di ricadute. “Sono più a rischio di terapie inadeguate e “intermittenti” i bambini, nei quali l'adesione alle cure dipende molto dai genitori: in alcune famiglie ad esempio si fa l'errore di aspettarsi che il bambino impari molto presto a gestire in maniera autonoma la malattia, ma non sempre è possibile – interviene Francesco Blasi, Ordinario di Malattie Respiratorie dell'Università Statale di Milano e presidente eletto SIMER – Altra categoria a rischio, gli adolescenti: spesso per ribellione evitano deliberatamente i farmaci, negando la malattia e rendendo la terapia un mezzo per vincere la propria personale guerra verso l'indipendenza. Infine hanno una scarsa aderenza alle cure gli anziani, che dimenticano più spesso i medicinali e non di rado devono essere curati per più di una patologia, ritrovandosi a dover affrontare regimi terapeutici complessi e gravosi nei quali inevitabilmente finiscono per tralasciare qualcosa. Spesso si tratta degli inalatori, perché se i sintomi sono relativamente sotto controllo molti pensano di non averne bisogno; così li scordano, finché la prima ricaduta grave non di rado costringe a un ricovero”. Come intervenire. Le barriere all'aderenza alle terapie sono numerose, perciò sono altrettanto numerose anche le strategie per migliorare l'adesione: un elenco delle più importanti è stato stilato in un nuovo “Manifesto” firmato dai massimi esperti di malattie respiratorie che sottolinea, ad esempio, come la conoscenza dello schema terapeutico da seguire sia una condizione necessaria ma non sufficiente, mentre ha un ruolo centrale soprattutto la comunicazione fra medico e paziente per arrivare a metodi tagliati su misura per ciascuno, che siano realmente in grado di funzionare. “Si è visto ad esempio che è indispensabile fornire ai pazienti informazioni scritte – osserva Canonica – Semplicemente consigliare di tenere i farmaci sempre in uno stesso posto accresce del 44% l'aderenza, favorire una routine specifica per l'assunzione della dose quotidiana associandola a un'altra attività consueta la aumenta del 33%. Serve inoltre monitorare l'adesione alla terapia con colloqui regolari, ma anche semplificare per quanto possibile il regime terapeutico: oltre il 60% dei pazienti preferisce un regime che preveda una sola somministrazione giornaliera”. “Ciò che più conta è dedicare tempo al malato, perché solo così se ne può migliorare la consapevolezza della malattia e della necessità di cura – aggiunge Blasi – Interventi educazionali mirati hanno mostrato di poter aumentare l'adesione alle cure dal 40 al 57%. Accanto al medico, poi, altrettanto essenziali sono l'infermiere, il fisioterapista e il farmacista: gli infermieri e i fisioterapisti possono seguire il paziente mostrandogli come utilizzare nel modo corretto gli inalatori, per aiutare a fugare i molti dubbi pratici che spesso assalgono i malati; le farmacie possono essere un punto di monitoraggio delle cure molto efficace, perché possono accorgersi di una discontinuità terapeutica e possono intervenire con un counseling. Non a caso una parte importante della nuova campagna per l'aderenza alle terapie sarà svolta proprio dai farmacisti e dagli infermieri, che saranno alleati sul territorio per offrire informazioni e aiuto ai malati fino ai primi mesi del 2015”. (EUGENIA SERMONTI)