TUBERCOLOSI MULTIFARMACO-RESISTENTE

OMS. Grido d’allarme da Ginevra“Il problema è la multiresistenza”

Maria Rita Montebelli

La tubercolosi è la seconda singola patologia dopo l’Hiv-AIDS che miete più vittime al mondo. Calano incidenza e mortalità ma le diagnosi sono tardive. A dirlo sono i dati del Global TB Report 2014 presentati dall’OMS a Ginevra nei giorni scorsi. Nel corso della presentazione sono state ricordate due figure centrali nella lotta alla tubercolosi alle quali il report è stato dedicato: Thomas Gleen, morto nell’incidente aereo avvenuto lo scorso 17 luglio mentre si recava a Melbourne per una conferenza sull’AIDS e Amal Bassili, impegnata nella ricerca sulle malattie tropicali e scomparsa lo scorso agosto. Partiamo da alcuni dati positivi: dal 2000 al 2013, con gli interventi effettuati, sono state salvate, secondo il Report, 37 milioni di persone. In calo la mortalità che dal 1990 è scesa del 45%. L'Obiettivo del Millennio per il 2015 è di dimezzare le morti. In calo anche l’incidenza della malattia dell’1,5% dal 2000. Le aree più colpite sono l’Asia sud Orientale con il 56% di incidenza, India con il 24% dei casi nel mondo, la Cina 11% e il Vietnam. Un quarto dei casi è in Africa dove si registra anche la più alta percentuale di morti rispetto ai casi unitamente a un aumento della mortalità del 44% rispetto al 2012. Gli uomini sono più colpiti delle donne, rappresentano infatti il 60% dei casi. Nel 2013 la tubercolosi ha però ucciso 510 mila donne di cui 180 mila erano Hiv positive. 550 mila casi sono i tra i bambini con 80 mila morti. Complessivamente il 13% (1,1 milioni) di malati di Tbc è anche Hiv positivo. Le morti causate dalla comorbilità Tbc-Hiv sono da un decennio in calo. Alfonso Altieri del gruppo di studio Tubercolosi dell’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri AIPO ha commentato che “il vero dato allarmante di questo Report è rappresentato dal la multi-resistenza”. “Le metodiche attualmente a nostra disposizione per individuare la farmaco sensibilità non sono utilizzabili in tutti i laboratori in quanto costose e richiedono personale specializzato, ciò determina un ritardo nella diagnosi con grave danno per il paziente e dal punto di vista epidemiologico per la comunità” continua Alfonso Altieri. “La politica che l’OMS sta cercando di portare avanti è quella di centralizzare i laboratori e assicurare prezzi concordati per le attrezzature. E’ il caso di Xpert MTB/RIF: una piattaforma completamente automatizzata in cui l’estrazione del DNA e la successiva amplificazione Real time PCR si realizzano all’interno di una cartuccia monouso, permettendo il rilevamento semiquantitativo di MTC in campioni respiratori e il contemporaneo rilevamento di eventuali mutazioni associate a rifampicino-resistenza – spiega l’esperto – In Italia la situazione è fortunatamente meno drammatica sia per quanto riguarda l’incidenza della MDR-TB che per la possibilità di determinare la farmaco sensibilità del ceppo dei Micobatteri isolati. Sono presenti tuttavia delle criticità non secondarie legate alla disponibilità dei farmaci di seconda linea e ai divari esistenti tra le singole regioni legate alla regionalizzazione della Sanità che crea non pochi problemi per la continuità terapeutica”. Come ricorda Alfonso Altieri, cinque sono le azioni individuate dall’OMS per fronteggiare la TB multifarmaco resistente: 1) Migliorare la qualità dei trattamenti; 2) sviluppare rapidi metodi di diagnosi; 3) accesso immediato alle cure; 4) controllo dell’infezione; 5) aumentata sensibilizzazione delle Istituzioni con conseguente aumento dei fondi per la ricerca e la diagnosi. Dal 2009 al 2013, infatti, il numero di casi di Tubercolosi multifarmaco resistente (MDR-Tb) è triplicato ed è arrivato a 136 mila casi nel mondo. Di questi, nel 2013, 97mila hanno iniziato un trattamento e 39 mila sono in lista d’attesa. Circa il 9% dei soggetti che presentano tubercolosi multifarmaco resistente (Multi drug resistant-Mdr-Tb) sviluppa tubercolosi con resistenza estesa ai farmaci (extensively drug-resistant tuberculosis, XDR-Tb) presente in circa 100 paesi. (CHIARA FINOTTI)