Insufficienza renale, con dialisi domiciliare spesa ridotta di un terzo

Roma, 22 mar. - (Adnkronos Salute) - Oltre 40 mila pazienti italiani affetti da compromissione renale cronica si recano tre volte a settimana in ospedale per sottoporsi all'emodialisi, perdendo di fatto la possibilita' di vivere una vita normale. L'alternativa esiste e si chiama dialisi peritoneale domiciliare. Grazie a questa tipologia di trattamento un paziente puo' decidere di eseguire la terapia a casa - di giorno o di notte - senza di fatto alterare il proprio stile di vita e le proprie abitudini. Nonostante la dialisi peritoneale domiciliare sia indicata per la maggior parte dei pazienti, ad oggi la percentuale di utilizzo di questa metodica non supera il 10%. La dialisi peritoneale, oltre a rappresentare un trattamento clinicamente sicuro ed efficace, potrebbe portare anche ad un risparmio considerevole nei costi sanitari delle Regioni, se fosse applicata in maniera piu' incisiva. Ce lo dimostrano due importanti esperienze, una del Piemonte e una della Sicilia, che, con progetti simili, hanno promosso e sostenuto lo sviluppo della dialisi peritoneale e quindi la domiciliazione delle cure a casa dei pazienti. A distanza di un anno i dati mostrano come - grazie ad un contributo che la Regione da' ai pazienti - si e' incrementato il numero di terapie domiciliari e si sono ridotte di 1/3 le spese di gestione della malattia da parte della sanita' pubblica regionale. In futuro l'innovazione tecnologica facilitera' ulteriormente il trattamento domiciliare, a partire dallo sviluppo della ''videodialisi'', con cui il paziente potra' interagire da casa con il medico attraverso una postazione video 'ad hoc'. Sono questi alcuni degli argomenti discussi dai massimi esperti del settore, nell'ambito del simposio ''Nuovi percorsi di accesso alla dialisi peritoneale'' in programma oggi a margine del 16° Convegno Nazionale del Gruppo di Dialisi Peritoneale in corso ad Alba fino al 24 marzo. ''Sfatiamo subito il mito 'dialisi uguale emodialisi' -spiega Giusto Viglino, direttore del dipartimento di Nefrologia e Dialisi, Ospedale S. Lazzaro di Alba, che ha coordinato i lavori- e diciamo che si', la maggior parte dei pazienti in dialisi sono su di eta' ma sono comunque ancora impegnati nelle quotidiane attivita' familiari e costrette dalla emodialisi ospedaliera, a perdere 3 giorni su cinque della loro settimana per recarsi al centro piu' vicino, che non sempre e' vicino. Ci sono poi anche pazienti piu' giovani, under 60, attivi, operativi, impegnati quotidianamente nella loro professione; persone che non possono accettare una emodialisi ospedaliera che limiterebbe la loro autonomia e attivita' lavorativa. La dialisi peritoneale consente invece un'ottima gestione dei tempi, del lavoro, della famiglia. E poi come a casa anche in vacanza senza bisogno di recarsi al centro dialisi''. ''Partendo dal presupposto che l'obiettivo per un paziente con malattia renale cronica e' quello di accedere al trapianto di rene - aggiunge Giovanni Cancarini, direttore dell'unita' operativa di Nefrologia degli Spedali Civili di Brescia - durante questa spesso lunga attesa (in media 3 anni, ma con punte anche a 10-12 anni) e' fondamentale cercare di avere la miglior qualita' di vita possibile. Passare quindi ad una dialisi domiciliare, quale ad esempio la dialisi peritoneale, che non ha l'obbligo di avere un partner per il trattamento, e' gia' un importante passo avanti ed un obiettivo fondamentale per il paziente. Infine possiamo affermare che il paziente che effettua la dialisi peritoneale normalmente riesce ad entrare prima in lista d'attesa per il trapianto e che questo ha buoni risultati specie per quanto riguarda l'immediato funzionamento dell'organo trapiantato''. Per Cancarini ''questi indubbi vantaggi per il paziente si sommano a quelli economici per la sanita'. La dialisi peritoneale costa circa 2/3 rispetto ad un trattamento di emodialisi. Un risparmio importante che nel futuro sara' fondamentale. Ricordiamo che con l'aumento della vita media, sempre piu' persone si troveranno a doverne fare uso, ma i centri di emodialisi saranno sempre piu' in difficolta' a gestire questo aumento fisiologico. Lo sviluppo della dialisi domiciliare invece, abbattendo i costi e trasferendo al domicilio il trattamento a tutto coloro che possono farne uso consentirebbe di bilanciare questo squilibrio previsto per il futuro''. ''L'esperienza del Piemonte - rileva Mario Salomone Direttore del dipartimento di Nefrologia e Dialisi, Ospedale maggiore di Chieri- e' esemplificativa proprio nel senso dell'appropriatezza. Nel 2009 e' stata concordata con l'assessorato alla salute una proposta per la promozione della dialisi peritoneale domiciliare. Abbiamo operato per far fronte a quegli aspetti sociali e gestionali che impedivano la domiciliazione del paziente e che incidevano per circa il 40 per cento. Nel corso dei primi due anni la percentuale dei pazienti trattati con dialisi domiciliare e' aumentata di circa 2 punti percentuali. In soldoni abbiamo portato al termine del 2011 a 400 i pazienti in dialisi domiciliare. Questo ha comportato un risparmio nella spesa complessiva per la Regione di oltre 600 mila euro annui''. ''A livello domiciliare - aggiunge Silvio Gherardi, presidente e amministratore delegato di Baxter - oggi, in alcuni centri in via sperimentale, e' possibile per il paziente avere anche una assistenza infermieristica a casa. Non e' piu' il paziente con i familiari a doversi recare presso l'ospedale di riferimento per un training educativo. Grazie al servizio Home Care di Baxter i pazienti possono ricevere il training direttamente al proprio domicilio. Da un lato il medico e l'infermiere coordinatore forniscono al paziente le indicazioni di tipo clinico e la prescrizione terapeutica, dall'altra Baxter, una volta consegnato a domicilio il materiale necessario per la dialisi peritoneale, invia un infermiere a casa del paziente per eseguire il training magari in presenza dei familiari. Il tutto ovviamente concordato con il medico''. E poi c'e' il futuro. Si perche', come spiega ancora Viglino, ''all'orizzonte si prevede anche l'implementazione della 'videodialisi', che stiamo sperimentando con grande successo ad Alba, e che consentira' un ulteriore sviluppo della dialisi domiciliare. A casa del paziente viene installata una videocamera di alta qualita', collegata ad un monitor e ad una linea telefonica, ora paziente e centro dialisi saranno sempre in contatto cosi' che anche le piu' piccole problematiche, vengano risolte. Una 'rivoluzione digitale' che presto potra' cambiare la vita e la quotidianita' di una buona parte degli oltre 40 mila italiani che ogni anno devono effettuare il trattamento dialitico ''.