Nba

Addio Kobe Bryant, arriva l'italiano: la clamorosa voce sui Los Angeles Lakers / Foto

Andrea Tempestini

Sarà l’effetto di quanto sta facendo Claudio Ranieri in Premier League. O forse solo il meritato riconoscimento per quanto Ettore Messina ha dimostrato in questi anni in Nba. Ma per il coach azzurro, che prepara il preolimpico di Torino sulla panchina dell’Italia, si potrebbe aprire una porta molto più importante di quella azzurra: quella dei Los Angeles Lakers, guidando i quali potrebbe diventare il primo non americano a guidare una franchigia Nba. Qualche apparizione da head coach Messina l’ha già registrata a San Antonio in occasione del periodo di pausa per problemi fisici di Gregg Popovich, ma stavolta sarebbe diverso. Perché i Lakers, in attesa di un grande mercato (Durant come free agent e tanto salary cap da spendere) cercano un grande allenatore per ripartire dopo gli anni difficili di Byron Scott (il 17-65 dell’ultima stagione è il record negativo storico), e l’addio di Kobe Bryant. E potrebbe essere proprio il Black Mamba uno degli sponsor dell’«Italian Mamba»: nel 2012, da consulente di Mike Brown, Messina riscosse il gradimento dei giocatori e dell’esigente stampa californiana per il lavoro sull’attacco dei gialloviola. «Sarebbe ottimo avere il nuovo allenatore prima dei draft» di fine giugno, ha fissato la deadline il general manager di La, Mitch Kupchak. Il nome di Messina non è l’unica candidatura sul piatto, ma intanto gli Spurs hanno concesso a Los Angeles di trattare con il coach italiano che dovrà vedersela quasi certamente con la concorrenza di Kevin Ollie e soprattutto il grande ex Luke Walton, vice di Golden State (che oggi torna in campo contro Houston sul 3-1 ma senza Curry, fermo almeno 15 giorni). I texani sono pronti, però, a cambiare idea se Greg Popovich lo indicasse come il suo successore proprio a San Antonio (dopo il 4-0 a Memphis, gli «speroni» se la vedranno ora coi Thunder), anche in questo caso per guidare un cambio generazionale difficile senza Duncan e Ginobili. Ma gli italiani, ormai lo sanno in tutto il mondo, sanno fare miracoli. di Domenico Secondi