E ridi

Mario Balotelli parla da ometto cresciuto: "Ho una promessa da mantenere con chi mi vuole bene"

Giovanni Ruggiero

Il rumore più fragoroso che si è sentito al ritorno di Mario Balotelli al Milan è stato il boato di: "Nooo!" di tanti tifosi rossoneri. Lo scetticismo, per usare un eufemismo, sulla rinascita di Supermario dopo l'esperienza buia a Liverpool domina ancora social e forum milanisti, Balotelli ne è più consapevole di quanto ci si aspettasse e dalle pagine della Gazzetta dello sport prova a convincere il mondo pallonaro che il ragazzino sbruffone e mai sorridente rimarrà solo un ricordo degli almanacchi sportivi. "Ho una promessa da mantenere con me stesso, la mia famiglia, il Milan, Mihajilovic, Raiola e chi mi vuole bene - ha detto Balotelli - Riparto da zero. So che non posso più sbagliare niente, non posso pretendere nulla e devo riconquistare tutto". L'attaccante prova a parlare da ometto in maturazione, ammette: "Ho buttato via già troppe occasioni", pensa al sorriso della figlia Pia che ora lo riconosce e gli trasforma "il mondo a colori", al dolore del padre perso recentemente. La fiducia - Il ritorno di Balotelli è passato attraverso il consenso fondamentale del tecnico Mihajlovic, convinto con un faccia a faccia teso e schietto: "Mi ha ascoltato, senza farsi condizionare dai si dice, e già solo per questo lo ringrazio. Ti parla fissandoti negli occhi - ha detto Balotelli del suo allenatore - Guarda l'uomo, non solo il calciatore. Si è esposto riprendendomi. Ho un grande debito verso di lui". Su Balotelli si sarebbe ricreduto anche Silvio Berlusconi, che in passato lo aveva definito "mela marcia" e oggi ha dato il via libera al ritorno: "Il suo sì è stato la sorpresa più grande di tutti. Quella frase - tenta di chiarire Balotelli - fu estrapolata dal contesto. Non sono mai stato una mela marcia. Ero un ragazzino, ora troverà un uomo. E lo ripagherò con la fiducia". La promessa - Più che al derby contro l'Inter alla terza giornata, Balotelli dice di volersi concentrare su tutta la stagione, vuole stupire e convincere, non solo i tifosi e la dirigenza, ma anche il ct della Nazionale Antonio Conte: "Voglio fare bene con il Milan e riconquistare la maglia azzurra. Ma ora devo solo lavorare. Un passo alla volta. Se ne metto insieme tanti magari si arriva fino in Francia. Voglio giocare l'Europeo, farò di tutto per riuscirci. Rivedermi con la maglia della Nazionale era uno dei desideri di mio padre prima di morire. Lo devo anche a lui". E ridi - Balotelli è sicuro che in ogni stadio sarà sommerso di fischi, lui che della simpatia non ha mai fatto il suo punto forte. Non accetterà di "buuu" razzisti, promette battaglie in conferenza stampa se dovessero passare senza proveddimenti degli arbitri, ma soprattutto riconsidera quell'espressione da "incazzato" dopo ogni gol, più di uno gli ha chiesto di sorridere quando esulta: "Me lo chiede anche Mihajlovic. È l'unica cvosa che non sento di promettere, perché non mi viene naturale. È più forte di me. Ma ho festeggiato spesso, e la gioia c'è sempre, ve lo assicuro. Lasciatemi segnare il primo, e poi vedremo...". Almeno il dubbio se gli piaccia giocare o no lo ha tolto a tutti: "Ma scherza? Il calcio è la mia vita da quando sono nato. Lo adoro. Mi sono allontanato dalla mia famiglia e lasciato l'Italia per il pallone. Io amo giocare. E credetemi, non sono in guerra con nessuno, chiedete ai miei compagni: sono quello che scherza di più nello spogliatoio. Quando in campo sono serio è perché sono concentrato, non incazzato".