Il commento

L'ombra del doping e i sorrisini: caro Nibali, perché non te ne vai dall'Astana?

Andrea Tempestini

Se neanche cinque casi di doping possono bastare per togliere la licenza a una squadra di ciclismo, di quale lotta ai furbetti sta parlando l’Unione Ciclistica internazionale? Quale tolleranza zero vuol farci bere il presidente Brian Cookson? Il caso è quello dell’Astana, il team di Vincenzo Nibali, coinvolto mediaticamente suo malgrado nell’affaire che ha visto la sua squadra graziata formalmente dall’Uci per le positività a ripetizione degli ultimi mesi, ma a livello di opinione pubblica ormai messa all’indice, quasi una conferma ai sorrisini di molti appassionati (e qualche addetto ai lavori) sul fatto che il general manager del team sia Alexandre Vinokourov, positivo al Tour de France 2007 e squalificato, finito sotto indagine anche della Procura della Repubblica di Padova per la combine con il russo Kolobnev alla Liegi-Bastogne-Liegi 2010 e per i suoi rapporti con Michele Ferrari, coinvolto nell’affare Armstrong. Ora, che convenienza ha il 30enne Nibali, il ciclista italiano del momento, di restare con l’Astana, viste anche le nuove ombre che si stanno addensando sul suo gregario principe Michele Scarponi? Forse il fatto che nessun altro è in grado di garantirgli i 4 milioni di ingaggio netti all’anno, il più alto del plotone? E non scordiamoci di Fabio Aru, 24 anni, il potenziale dopo-Nibali: non ha mai preso in considerazione l’idea di cambiare aria? di Tommaso Lorenzini @TexBomb