Scoperti in Siria tumuli furerari

Albina Perri

Nella Siria centro-occidentale gli archeologi delle università di Udine e Milano e della Direzione generale delle antichità e dei musei di Siria hanno portato alla luce quattro tumuli funerari monumentali della seconda metà del III millennio a.C., il più grande dei quali ha 17 metri di diametro. La scoperta è avvenuta durante la terza campagna di ricerche congiunta della missione italo-siriana nel deserto della Palmirena. Le tombe fanno parte della grande necropoli di Rujum al-Majdur, costituita da una ventina di tumuli, scoperta nel 2008 vicino all'oasi di Palmira. Nella stessa area, nel corso dell'ultima campagna, gli archeologi hanno anche identificato quattro enormi trappole per l'abbattimento in massa di branchi di gazzelle, la cui costruzione precede l'utilizzo del sito a scopo funerario. a missione archeologica italo-siriana intende ricostruire l'occupazione umana nella regione dell'oasi di Palmira, nonché il clima, l'ambiente naturale e la loro evoluzione fra la preistoria e l'epoca moderna. Si tratta di un territorio, ora desertico, mai studiato in maniera sistematica soprattutto per quanto riguarda i millenni che precedono l'epoca ellenistica e la grande fioritura di Palmira come città carovaniera in età romana. L'utilizzo di tumuli funerari per le sepolture degli esponenti più influenti di queste comunità tribali indica l'esistenza di riti funerari, e soprattutto di un simbolismo che individuava probabilmente alcuni membri dei gruppi pastorali, per promuoverli nella limitata cerchia degli antenati della comunità, da qui la necessità da parte della comunità dei vivi di raccogliersi attorno ai monumenti funerari. I tumuli di Rujum al-Majdur e della Palmirena occidentale rappresentavano - si pensa - anche dei marcatori del territorio tribale lungo le vie carovaniere internazionali.