Tutti pazzi per il Liga

Albina Perri

Non guardano molta televisione. Perché non piace e perché hanno altro da fare: studiare o partecipare a manifestazioni e appuntamenti politici. Però i giovani di destra si riempiono le orecchie di tutti i generi di musica possibili, confessando un debole per Luciano Ligabue e un odio viscerale per Jovanotti. Il Secolo d’Italia, quotidiano di Alleanza nazionale, ha provato a disegnare l’identikit culturale-musicale dei giovani del partito, che confermano di mangiare pane e politica, ma non si trattengono dal regalare qualche sorpresa. Una volta era Lucio Battisti l’idolo musicale, oggi è il rocker emiliano che non ha mai nascosto la sua simpatia per la sinistra. E’ stato addirittura consigliere comunale nel suo paese, Correggio, nella bassa reggiana. Ufficialmente era un candidato indipendente, ma la lista era apparentata con il Pci. “Vado al suo concerto, ho già il biglietto in tasca”, racconta al quotidiano di via della Scrofa Mauro, universitario di Palermo. Il Liga piace pure a Giovanna, 26 anni e studentessa di filosofia: “Mi piace, come mi piace Max Pezzali. Lo so, gli stili sono del tutto diversi, ma entrambi mi rilassano, non cercando di essere troppo impegnativi”. Cesare, 21enne, non ha “pregiudizi sugli artisti di sinistra, però non sopporto quelli che esagerano, tipo Caparezza. Nei suoi brani leggo insulti per il nostro mondo. Ligabue è un’altra cosa”. Nella collezione di cd dei ragazzi di destra c’è spazio anche per Gianna Nannini. Ma non per Jovanotti, assolutamente. C’è chi detesta i suoi pezzi, chi non lo sopporta proprio come personaggio. Davide, studente di giurisprudenza, ricorda un concerto del cantante toscano: “Meglio non parlarne. Ricordo che agli inizi della sua carriera era filoamericano, enfatizzava il mondo a stelle e strisce. Ora vuole presentarsi come artista impegnato senza averne i numeri. Anzi, credo che sia pure stonato”. A proposito di artisti impegnati, nella lista dei preferiti per Francesco, studente di lettere e filosofia, c’è addirittura Guccini: “Prendiamo ‘L’avvelenata’: è vera eresia nei confronti della dottrina comunista”.