Punk figli di papà violano la sacralità del Verano

Roma Redazione

Vagavano tra le lapidi in piena notte, con vestiti dark, giubbotti a chiodo con croci rovesciate e tatuaggi in inglese che recitavano “Non esiste nessun Dio” e “Camposantari”. È così che passavano le loro serate un gruppo di giovanissimi punk, tre ragazzini che la notte tra sabato e domenica, anziché uscire con gli amici a divertirsi, si sono introdotti nel cimitero del Verano e si sono messi a passeggiare tra le tombe. I “camposantari”, però, sono stati scoperti dai carabinieri del Nucleo operativo Parioli, i quali sono intervenuti e hanno bloccato due ragazzine di 15 e 17 anni e un 16enne. Si tratta di due romani e di una giovane di Frosinone, tutti benestanti e di buona famiglia, che ora dovranno rispondere di tentato furto. I ricercatori clandestini di oggetti funerari, in tarda notte, avevano scavalcato la recinzione del cimitero monumentale del Verano, saltando dal cancello principale alto cinque metri, e si erano messi alla ricerca di beni da saccheggiare nelle tombe. A notare i tre mentre s’introducevano nel camposanto con uno zainetto sulle spalle, però, è stata una pattuglia dei militari dell’Esercito, che ha immediatamente avvisato i carabinieri della strana intrusione notturna. Gli uomini della Compagnia Roma Parioli, agli ordini del capitano Massimo Pesa, sono intervenuti e si sono addentrati nella “cittadella dei morti”, dove in pochi minuti, grazie anche all’aiuto del custode, sono riusciti a individuare i tre ragazzini, i quali erano stati ripresi dalle telecamere presenti nel cimitero. I giovanissimi, alla vista dei militari, hanno cercato di scappare, ma sono stati fermati e identificati. Addosso avevano dei volantini che annunciavano un concerto del gruppo dark-punk “No Servium” in programma per il prossimo 11 giugno al centro sociale “Brancaleone”, e l’immagine, in una versione blasfema, di papa Benedetto XVI. Portati in caserma i tre, con tono fiero delle loro azioni e per nulla pentiti, hanno anche confessato ai carabinieri che non era la prima volta che entravano in un cimitero e che già in passato avevano rubato oggetti funerari. I camposantari sono stati dunque denunciati per tentato furto e affidati ai loro genitori. I militari, anche alla luce dei volantini sequestrati ai tre ragazzini, stanno tentando di capire quali fossero le reali intenzioni del gruppetto. Gli inquirenti credono si sia trattata di una bravata, messa in atto dai minorenni per lo spirito di emulazione, forse per mostrarsi più grandi agli occhi di qualcuno del loro giro, visto che i giovanissimi frequentano gruppi dark punk animati da una forte propensione per il mondo dei cimiteri. di Rita Cavallaro