Rifiuti davanti al S. Giacomo

Silvia Tironi

Due quintali di rifiuti sono stati rimossi alle prime luci dell'alba di venerdì dal piazzale antistante l'ospedale S. Giacomo in via del Corso a Roma. I sacchetti dell'immondizia erano stati lasciati per protesta, per un'azione dimostrativa, da giovani di An. Nell'operazione sono stati impiegati quattro uomini e quattro mezzi (tre camion per la raccolta dei rifiuti e un mini compattatore) dell'Ama. Un attodi protesta, questo, che non sembra scomporre più di tanto il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo: "Non mi lascio intimidire da nessuno. Ho lavorato come commissario e presidente della Regione Laziocon dedizione e trasparenza. Andrò avanti". In materia di rifiuti, con 3.355.897 tonnellate di 'monnezza' annui, il Lazio risulta essere la seconda regione in Italia, dopo la Lombardia, per quantità di rifiuti urbani prodotti. È quanto emerge dai dati Apat sviluppati dall'osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva. La quantità prodotta dal Lazio rappresenta il 10.3% del totale nazionale con un'incidenza pari a 611 chili di rifiuti pro capite. E non si è lasciata attendere neppure  la reazione dell'assessore ai Lavori pubblici della Regione Lazio, Bruno Astorre: "Fatto salvo il rispetto per il diritto di critica, sul tema dei rifiuti nel Lazio tale diritto ha preso una piega scadente. Indecente, infatti, la valanga di rifiuti riversata al San Giacomo, come se un presidio sanitario, funzionante omeno, non riguardi ognuno di noi, al di là di ogni contrapposizione. Ridicoli, inoltre, i manifesti con le effigi dell'assessore Mario Di Carlo e del presidente Piero Marrazzo, unite da un'esortazione censoria. Di Carlo, a causa delle modalità premeditate dagli autori di un servizio televisivo, sui rifiuti ha già compiuto ufficialmente un passo indietro, rimettendo nelle mani del presidente Marrazzo la fiducia concessa. Quest'ultimo sta operando al massimo per determinare nella Regione l'avvio di un nuovo corso, destinato a migliorare la qualità della vita di tutti: dalla sanità pubblica alla gestione dei rifiuti, dal riequilibrio economico a una maggiore produttività dei territori. A che pro, il deturpamento di una struttura pubblica e gli insulti contro persone che hanno agito e agiscono con comportamenti palesi, conseguenti, leali? Sono certo che sarebbe meglio riflettere esostenere ragioni". E non soprassiede neppure il vicepresidente della commissione Ambiente e consigliere del Pd al comune di Roma, Athos De Luca, che parla di "un'azione scellerata sulla quale l'amministrazione deve assolutamente intervenire non vorremmo che si sottovalutasse l'avvenuto come una gioiosa goliardata, sicuramente il tempestivo intervento dell'Ama di zona sarà costato alle tasche del comune qualche migliaio di euro. Ciò che è accaduto è ancor più inammissibile se si pensa che in Campania una cosa del genere comporterebbe l'arresto. Forse i giovani volevano anche ricordare al sindaco che farebbe bene a individuare con urgenza la nuova discarica necessaria per chiudere subito Malagrotta".