Romena muore per aborto

Albina Perri

Ha ingeritodelle pillole curative di patologie gastriche allo scopo di abortire ed è morta.Era incinta ma non voleva avere il bambino, così, aiutata dalla figlia di 22anni, ha assunto una dose eccesiva di un farmaco che le è costata la vita. Èquanto successo la scorsa settimana ad una romena di 40 anni residente al camponomadi di via della Martora a Roma, incinta da circa 7 settimane. Dopo esserestata soccorsa all'ospedale Sandro Pertini, la donna è stata trasferita, percomplicanze sopraggiunte di tipo respiratorio e cardiovascolare, all'ospedaleCristo Re dove è morta la scorsa notte. Gli agenti della polizia stanno oraindagando per individuare chi abbia prescritto il farmaco alla straniera mentrela scientifica sta analizzando un blister trovato all' interno della baraccadove vivevano le due romene; la figlia della vittima, sospettata di averaiutato la madre, è stata denunciata per violazione della normativa sull'interruzionevolontaria della gravidanza. L’assessoreall'ambiente della Regione Lazio, Filiberto Zaratti, ha così commentato lanotizia: «È sconvolgente che ancora oggi accadano episodi di questo tipo. Perquesti farmaci, il cui principio attivo provoca l'interruzione di gravidanzasebbene siano commercializzati con altro scopo esiste addirittura un mercatoclandestino. Nonostante tutto, la commissione sanità di palazzo Madama da pochigiorni ha approvato un documento sulla pillola abortiva RU486 che ne impediscela commercializzazione. La morte per aborto è una delle più odiose violenzeperpetrata sul corpo delle donne. L'antidoto è la prevenzione, fatta diprogetti, campagne di informazione e assistenza, soprattutto per le fasce piùdeboli».