Domenica 26 si vota (finalmente!)
La corsa al Campidoglio: una campagna all'amatriciana finita a veleni, sms e accuse
La campagna elettorale per le amminsitrative volge al termine. Domenica e lunedì si vota e i riflettori sono puntato sul Campidoglio, dove a contendersi la carica di primo cottadini sono in 22. Quelli che hanno maggiori possibilità di vittoria sono però 4: il Sindaco uscente Gianni Alemanno (Pdl), il medico chirurgo Ignazio Marino (Pd), il palazzinaro Alfio Marchini che, bontà sua, ha l'appoggio di Pierferdinando Casini e il grillino Marcello De Vito. Nessuna alleanza, tutti puntano alla vittoria. E così, la battaglia è stata all'ultimo sangue, resa movimentata da una serie di veleni, scambi d'accuse, colpi bassi e frecciate degne di un film thriller. Tra Facebook e Tv - Gianni Alemanno ha finito la campagna elettorale così come l'ha iniziata: abbandonando, salvo poi ritornare sui suoi passi, lo studio di una trasmissione televisiva. Per ulteriori ragguagli, chiedere alle conduttrici de L'aria che tira e del Tg3 del Lazio. Il protagonista assoluto, almeno su facebook, è stato Alfio Marchini, per l'occasione denominato Arfio: la pagina facebook che fa il verso al suo lussuoso stile di vita è seguita da oltre 16mila persone. La sua pagina ufficiale, per dire, ha 13mila fans: un bel record, non c'è che dire. Ogni post della pagina-parodia di Arfio Marchini si chiude, inesorabilmente, con 'Roma ti amo'. E se qualcuno avesse ancora dei dubbi sulla sincerità della sua dichiarazione d'amore, Marchini ha già precisato: Francesco Totti sarà l'assessore alla Cultura. Olè. Campanilismi e complotti - Passiamo ad Ignazio Marino. La sua debolezza è stata quella di non essere di Roma: considerato lo spiccato campanilismo dei romani, colpirlo su questo punto era la mossa più azzeccata che qualunque suo avversario potesse fare. E così è puntualmente stato: una valanga di frecciate al vetriolo che potrebbe travolgerlo. Ma forse stanco di recitare lo stesso copione da tre mesi, il grillino Marcello De Vito ha optato per il cambio di strategia, attaccandolo alla vigilia del voto su un altro tasto dolente (di tutti i politici, stavolta): le domande, quelle che secondo De Vito, durante il confronto televisivo tra tutti i candidati andato in onda su Sky, Marino avrebbe avuto in anticipo dal conduttore. Marino ha smentito, Sky ha parlato di equivoco, ma il dubbio a De Vito rimarrà sicuramente, se non altro perché il complottismo è il primo comandamento del vangelo secondo Grillo. La guerra degli Sms - Come spesso dice il guru, però, Pdl e Pd (menoelle) pari sono, per cui va bene attaccare Marino ma bisogna compensare con Alemanno: Sveva Belviso, candidata con il centrodestra, avrebbe mandato alla capogruppo Roberta Lombardi un Sms. Questo il testo: "Cara Roberta, ci siamo. Ti chiedo un ultimo sforzo: il 26 e il 27 sulla scheda azzurra fai una x sul Popolo della Libertà e scrivi BELVISO. Ci conto! Sveva". Orrore. Privacy violata. Obbligatorio il ricorso al Garante. Sul tema, prima di agire, la Lombardi potrebbe magari rivolgersi a Rodotà (tà-tà), che sulla privacy ha da insegnare a noi tutti. Amen. A proposito di sms ha destato scalpore anche quello mandato da Dario Franceschini ad amici e parenti invitandoli a sostenere la sua compagna, candidata come consigliera comunale. La denuncia, anche qui, è partita dal blog di Grillo. A difendere Franceschini, inaspettatamente, sono state soprattutto Daniela Santanché, Mara Carfagna e Gabriella Giammanco, che hanno tutte in coro osannato il romanticismo di Dario, il gesto d'amore, quasi d'altri tempi. Una campagna elettorale all'amatriciana, insomma, terminata poi a tarallucci e vino. (Seb.Sol.)