Giustizia: Ucpi, a l'Aquila nuovo caso di intolleranza verso liberta' giurisdizione
Roma, 30 mar. (Adnkronos) - Per aver concesso la detenzione domiciliare ad un detenuto condannato per mafia, ''peraltro in gravissime condizioni di salute e in passato gia' beneficiario dello stesso trattamento da parte del gip di Palermo, il Tribunale de L'Aquila e il suo Presidente sono stati reiteratamente attaccati sui media da altri magistrati che hanno attivato una vera e propria campagna denigratoria''. Cosi' l'Unione Camere Penali italiane commenta la vicenda che ha visto protagonisti ''il Tribunale di Sorveglianza de L'Aquila, e il suo Presidente, Longo, passati sotto le forche caudine della pubblica disapprovazione delle Procure impegnate nel contrasto alla mafia, che, sia pur a scoppio curiosamente ritardato, hanno censurato in maniera virulenta e con largo uso di forzature e falsita', un provvedimento emesso da quell'ufficio pubblico''. Ricordando il ''clamore'' suscitato dal caso Iacoviello di recente dai ''professionisti dell'intolleranza giudiziaria'', i penalisti definiscono la vicenda , ''assai grave'' poiche' dimostra, ''per l'ennesima volta, il clima di intolleranza verso la liberta' della giurisdizione che si respira all'interno della magistratura, con Pm che si ergono a pubblici censori di giudici che decidono in maniera sgradita alle Procure''. Ma quel che ''appare piu' grave, tanto da essere ancor piu' inaccettabile'', aggiungono, e' la notizia che su questa vicenda il Ministero della Giustizia abbia ''disposto una ispezione''. (segue)