Magneti-Marelli, "condotta antisindacale" Accolto il ricorso presentato dalla Fiom
Bologna, 27 mar. - (Adnkronos/Ign) - Il giudice del Lavoro del Tribunale di Bologna ha accolto il ricorso presentato dalla Fiom-Cgil di Bologna contro la Magneti-Marelli, azienda del gruppo Fiat, accusata dal sindacato dei metalmeccanici di condotta anti-sindacale. Il ricorso della Fiom era stato presentato lo scorso febbraio, dopo quella che le 'tute blu' avevano definito una "cacciata" dalle fabbriche. In seguito alla firma degli accordi separati, i delegati nominati dalla Fiom, infatti, non erano piu' stati ammessi dall'azienda come rappresentanti dei lavoratori ed erano stati invitati al trasloco dagli uffici loro assegnati. Successivamente dalle bacheche delle fabbriche bolognesi del gruppo era stato rimosso anche il quotidiano 'L'Unita''. La notizia dell'accoglimento del ricorso e' "un'altra conferma che siamo dalla parte del giusto e che dunque dobbiamo insistere" ha commentato su Facebook il segretario della Cgil di Bologna Danilo Gruppi. Quello di Bologna e' stato il primo di una serie di ricorsi presentati dalla Fiom contro 'lo sfratto' ricevuto dagli stabilimenti del Lingotto. ''La Fiom rientra in Fiat" commenta il leader Maurizio Landini. ''E' la quinta volta, in cinque diversi Tribunali, che nell'ultimo anno la Fiat viene condannata per comportamento antisindacale per atti e azioni contro la Fiom, i suoi iscritti e i suoi delegati", ricorda ancora Landini, secondo il quale la decisione di oggi "dimostra come il nuovo contratto imposto dalla Fiat, piu' che per ragioni produttive, economiche e organizzative, ha l'obiettivo di escludere il sindacato piu' rappresentativo del settore e di limitare le liberta' sindacali delle singole persone.'' ''E' il momento della responsabilita' verso le lavoratrici, i lavoratori della Fiat e verso il Paese: la Fiat applichi in tutti i suoi stabilimenti lo Statuto dei Lavoratori, le leggi e i principi costituzionali; il Parlamento si esprima; il Governo convochi un incontro tra l'Azienda e sindacati per ottenere garanzie certe d'investimento di tutela occupazionale e produttiva per tutti gli stabilimenti del Gruppo Fiat", chiede ancora la Fiom. Non si fanno attendere i commenti dal mondo politico. Per il segretario del Pdci Oliviero Diliberto, la decisione dei giudici "dimostra che il comportamento di Fiat e Marchionne e' contro la legge. Questa sentenza, e' bene ricordarlo, e' possibile solo grazie allo Statuto dei lavoratori. Chi vuole demolirlo pezzo dopo pezzo, deve sapere -conclude Diliberto- che colpisce la democrazia nei posti di lavoro e riporta indietro l'Italia di 50 anni". Per Felice Belisario, presidente dei Senatori dell'Italia dei Valori. "la condanna della Fiat Magneti Bologna per attivita' antisindacale certifica la sconfitta dell'arrogante modello Marchionne. Il Lingotto deve rispettare le regole democratiche, anche se da questo orecchio non ci vuole sentire, come e' prova ulteriore il mancato rispetto della sentenza che ha ordinato il reintegro dei tre operai licenziati a Melfi''.