Lavoro, Camusso: "Siamo sereni, sulla riforma deciderà il Parlamento"

Roma, 27 mar. - (Adnkronos/Ign) - ''Credo che bisogna essere sereni. Parto dalla dichiarazione che il presidente aveva fatto nei giorni scorsi, quella della sovranità del Parlamento e del riconoscimento del dialogo, penso che sia fondamentale. Anche perché tutto possiamo permetterci tranne che non avere il riconoscimento del ruolo legislativo del Parlamento, che non puo' essere in nessun modo condizionato''. Lo ha affermato il segretario della Cgil Susanna Camusso a margine della commemorazione del professor Ezio Tarantelli a commento delle parole del premier Mario Monti. In particolare il numero uno della Cgil sottolinea che alle Camere "chiederemo di intervenire sicuramente sul reintegro rispetto al tema del licenziamento economico. Ci riserviamo di rivedere il disegno di legge proprio perché non escludiamo che altri punti possano essere suscettibili di modifiche''. ''Penso ad esempio -continua Camusso- di alzare i contributi per i lavoratori a progetto senza che questo corrisponda a un'equivalenza di prestazioni''. Il segretario ha riconosciuto passi avanti ma non esclude correzioni: ''Una cosa è riconoscere un impianto che cambia rispetto al passato, un'altra è non sapere che sui singoli punti c'è poi una necessità di correzione'', conclude Camusso. Sul tema è intervenuto anche il segretario della Uil, Luigi Angeletti, per il quale la vicenda dell'art.18 ha preso una piega "simbolica e quindi politica" e o si riesce a trovare una strada in Parlamento o si arriva alla soluzione tipica italiana e "tra un anno staremo ancora a parlare di art.18". "Nel metodo" nella trattativa sulla riforma del mercato del Lavoro, il governo ha assunto un ruolo "abbastanza" di destra, un ruolo cioè "ascrivibile a quella scuola che considera la concertazione quindi l'impegno da assumersi con il sindacato come non buono", mentre "nel merito è stato abbastanza equilibrato", ha affermato sottolineando che nel merito, quindi, il governo "ha cercato, senza riuscirci totalmente, di mediare tra istanze del mondo delle imprese e le nostre istanze". A rivendicare il dialogo intenso con il governo anche il leader Cisl, Raffaele Bonanni: ''Abbiamo fatto un buon lavoro, anzi abbiamo concertato alla faccia di chi dice che la concertazione è finita. La concertazione non finisce mai quando ci sono soggetti che tra di loro vogliono spendersi e trovare soluzioni, si fanno molte chiacchiere ma sono chiacchiere che non hanno senso", ha detto il segretario generale. Purtroppo, spiega, "c'è solo un problema sull'art. 18" relativo ai licenziamenti economici. "La riforma - ha ribadito - non è credibile se si lascia intendere che attraverso il canale economico si possa inserire in modo surrettizio altri tipi di licenziamenti", ma se ''se si risolve l'ultimo problema avremo una riforma credibile e autorevole su cui governo e Ue insistono moltissimo''. Dal canto suo il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, in un messaggio inviato alla conferenza promossa dall'autorità di garanzia degli scioperi in corso al Cnel, auspica che si possa fare "un lavoro sinergico e partecipativo tra le parti sociali e la Commissione al fine di realizzare al meglio il contemperamento tra diritti della collettività e diritto di sciopero''. L'auspicio di Fornero viene formulato ''proprio in un perido caratterizzato da una forte tensione sociale -sottolinea il ministro- causata in primo luogo dagli effetti della crisi economica globale sull'economia del settore pubblico e privato dell'Italia''.