Bari: arrestati fratelli imprenditori, presentavano fatture inesistenti a Provincia (2)

(Adnkronos) - Alla magistratura si sono rivolti anche alcuni istituti di credito ottenendo dai Tribunali di Bari e Milano ingiunzioni di pagamento per i quali, per altro, la Provincia risponde in solido con i fratelli Antro. Una situazione drammatica, per l'ente, sia sotto il profilo contabile, sia per le eventuali complicita' delittuose interne, che ha convinto il dirigente e il presidente provinciali a interrompere (nel dicembre scorso) il rapporto di lavoro con il Consorzio (oggi in liquidazione) e a denunciare tutto alla Procura di Bari. Sono stati sufficienti pochi mesi per individuare le modalita' dei fatti contestati. L'indagine, delegata dall'autorita' giudiziaria al Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari, ora si concentra per individuare l'eventuale l'esistenza di altre responsabilita' interne alla Provincia di Bari. Gli inquirenti tendono ad escludere, infatti, che i fratelli Antro possano aver agito completamente da soli. Infine, la quantificazione delle somme indebitamente percepite dal Consorzio ha determinato, ai fini dell'eventuale successiva confisca per equivalente prevista dalla legge, il sequestro preventivo di beni immobili, quote societarie e disponibilita' finanziarie riconducibili agli arrestati e alle loro famiglie per un valore complessivo di 20.093.199 euro. In particolare sono stati sequestrati 62 immobili, la maggior parte a Bari, ma anche a Roma e in rinomate localita' turistiche (Cortina d'Ampezzo, Olbia, Vietri sul Mare, Rosa Marina); quote di partecipazione in sette societa' (che operano nel settore della costruzione di infrastrutture stradali, intermediazione immobiliare e gestione di bar); disponibilita' finanziarie presenti su 220 conti correnti oltre a depositi c/titoli e/o obbligazioni; 50 certificati di depositi; fondi di gestione collettiva del risparmio e cassette di sicurezza. La Procura della Repubblica procede anche per la responsabilita' amministrativa derivante da reato, ai sensi della legge 231 del 2001, in capo allo stesso Consorzio Sigi nonche' alle tre societa' consorziate, tutte riconducibili ai fratelli Antro