Mafia: Presidente Tribunale Palermo, ingiusti i domiciliari per Aiello

Palermo, 27 mar. - (Adnkronos) - La decisione dei giudici del Tribunale dell'Aquila di scarcerare l'ex re delle cliniche di Bagheria, Michele Aiello e di scontare la fine della pena a 15 anni e mezzo di carcere agli arresti domiciliari per una forma di favismo "e' un'ingiustizia". E a dirlo non e' un cittadino comune, ma Vittorio Alcamo, Presidente del Tribunale di Palermo, che in primo grado condanno' Aiello, ritenuto prestanome del boss mafioso Bernardo Provenzano, a 14 anni di carcere nell'ambito del processo per le cosiddette 'talpe' della Procura in cui fu condannato anche l'ex Presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro. Alcamo ha scritto una lunga lettera-denuncia al quotidiano 'Repubblica' in cui spiega perche' ritiene ingiusta la scarcerazione di Aiello, condannato per associazione mafiosa. "Faccio parte di un paese in cui i giudici improntano il loro delicato ruolo istituzionale a criteri di sobrieta', serieta' e riservatezza e celebrano i valori di Falcone e Borsellino non solo una volta l'anno con parole vuote ma ogni giorno con il loro lavoro - scrive Alcamo nella lettera - In cui le sentenze sono rese nel nome del popolo italiano e la legge e' uguale per tutti, siano essi poveri cristi o governatori. In cui le pene definitive vanno scontate per intero e con uguali modalita'". (segue)