Cinema: Marco Tullio Giordana, vi racconto come ando' a Piazza Fontana
Roma, 26 mar. (Adnkronos/Cinematografo.it) - "Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli. Io so. Ma non ho le prove". Cosi' scriveva nel 1974, sul Corsera, Pier Paolo Pasolini, in un pezzo dal titolo "Cos'e' questo golpe? Il romanzo delle stragi". Il romanzo delle stragi e' diventato il 'Romanzo di una strage', quella di Piazza Fontana a Milano del '69, e l'Io so di Pasolini si e' allargato al Noi sappiamo di Marco Tullio Giordana: "Non solo, ma abbiamo le prove - sottolinea il regista de La meglio gioventu' -. Queste sono diventate finalmente accessibili, a disposizione di chiunque voglia davvero sapere. E' giunto il momento di raccontarle, di tirarle fuori". Cosi' e' nato 'Romanzo di una strage', il film di Giordana (scritto con Rulli e Petraglia) - una coproduzione Cattleya/Rai Cinema, in 250 sale a partire da venerdi' 30 marzo distribuito da 01 - che rievoca, ricostruisce, infine "dice" una verita' possibile sull'attentato che inauguro' di fatto la strategia della tensione in Italia: era 12 dicembre di 43 anni fa, quando a Milano, alla Banca Nazionale dell'Agricoltura, esplode una bomba. Uccide 14 persone (poi salite a 17), ne ferisce 88. Prima di allora c'erano stati altri ordigni, per fortuna solo dimostrativi, alle stazioni dei treni. Anarchici, forse. Stavolta e' diverso. Stavolta c'e' una volonta' precisa di ammazzare quanta piu' gente possibile. C'e' un salto nella strategia politica che innesca l'esplosione, un disegno eversivo che non ha paura di sporcarsi le mani di sangue, di soffiare sulla violenza e di evocare i fantasmi della guerra civile. L'opinione pubblica e' sgomenta. La questura di Milano - le indagini vengono affidate al giovane commissario Luigi Calabresi - batte la pista anarchica. Ne ferma 40, tra questi vi e' Giuseppe Pinelli, torchiato per tre giorni e tre notti perche' firmi un verbale di accusa nei confronti di Pietro Valpreda, vecchia conoscenza del Pinelli, anarchico anche lui e indiziato numero uno. A inchiodarlo la testimonianza di un tassista. (segue)