Mafia: blitz nel foggiano, estorsioni per sostenere costi latitanza

Foggia, 22 mar. (Adnkronos) - Le estorsioni servivano alla mafia del Gargano per il mantenimento del controllo del territorio ma anche per sostenere i costi della latitanza e assicurare al circuito criminale di riferimento una fonte reddituale extralegale, di cui appare assolutamente chiara la connotazione mafiosa, ormai storicamente riconosciuta. La conferma viene dalle indagini, durate oltre un anno, delle Squadre Mobili delle Questure di Foggia e Bari e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato che stamane hanno portato all'esecuzione di 18 fermi di indiziato di delitto eseguiti nelle citta' di insediamento storico della malavita nel territorio: Manfredonia, Vieste e Monte Sant'Angelo. I provvedimenti emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari si riferiscono a reati, contestati a vario titolo alle persone coinvolte, di estorsione, porto e detenzione abusiva di armi, favoreggiamento personale, procurata inosservanza di pena ed altri gravi reati. Tutti i delitti sono aggravati dall'aver agito con tipiche modalita' mafiose. L'operazione e' stata denominata Rinascimento. Le attivita' investigative, avviate per giungere alla cattura del latitante Giuseppe Pacilli, inserito tra i 30 ricercati piu' pericolosi, poi arrestato lo scorso 13 maggio, hanno permesso di svelare l'esistenza di una fitta rete di fiancheggiatori che gli hanno consentito di sottrarsi per ben oltre 2 anni all'esecuzione di numerosi provvedimenti restrittivi, tra cui anche condanne definitive con sentenze passate in giudicato per associazione di tipo mafioso. (segue)