Crisi: Bagnasco, chi ristruttura aziende investa poi in Italia

Genova, 19 mar. - (Adnkronos) - ''Si dice che bisogna ristrutturare le aziende, e questo spesso e' vero; ma la ristrutturazione in se', senza cercare commesse in Italia e per il mondo non crea lavoro''. E' questo il severo giudizio del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, espresso durante la messa per il mondo del lavoro celebrata questa sera a Genova nella cattedrale in occasione della festivita' di San Giuseppe. ''E allora - ha aggiunto il porporato - ridefinire e risanare, mi chiedo, si riduce a un'operazione di finanza oppure e' un impegno di reale sviluppo e quindi di crescita lavorativa?''. ''Si dice che importante e' non perdere posti di lavoro, ed e' gia' un punto fondamentale - ha poi proseguito l'arcivescovo - ma se la 'testa' di un'azienda emigra, il resto del corpo quanto potra' resistere? Si dice che e' da difendere la forza lavoro, ed e' giusto, ma non ci si puo' accontentare di questo: se si lascia che la tecnologia prenda le ali, non diventeremo un luogo di assemblaggio?''. ''E allora - ha osservato Bagnasco - oltre ad aver perso professionalita' e ingegno, quanto sara' sicuro il lavoro residuo? E perche' questo non accada e' necessario non solo mantenere la tecnologia, ma bisogna investire e farla crescere: quanto piu' le difficolta' sono grandi tanto piu' urgente e' lo sviluppo, bisogna puntare in alto: conservare, mettere delle pezze, e' qualcosa ma e' pericoloso''.