Immigrati: l'odissea di Nou, in viaggio per nove mesi dalla Somalia/Adnkronos (2)
(Adnkronos) - Cosi' ad agosto comincia un'odissea durata nove mesi, quanto una gravidanza. ''Insieme con un gruppo di amici - spiega Nou - abbiamo lasciato il nostro villaggio, in Somalia''. Quando gli chiedi particolari sull'organizzazione del viaggio, nicchia un po' e cambia discorso. ''Troppo pericoloso?'', chiosa. Per raggiungere la Libia Nou ha utilizzato tutti i mezzi di trasporto immaginabili: da uno scassatissimo furgone, al mulo, al mini bus. ''Giornate interminabili - spiega mentre sugli occhi cala un velo di tristezza - sapevamo di dovere macinare ancora tanti, tanti chilometri e non sapevamo se mai saremmo arrivati a destinazione''. Notti trascorso all'addiaccio, con temperature che sfioravano lo zero, nel destero, e giornate caldissime. ''Ma non potevamo mollare - racconta ancora Nou mentre si sistema con vezzo il cappellino di lana sulla testa - Io avevo rischiato la vita per lasciare la mia famiglia e dovevo riuscire a raggiungere la mia meta. Pero' e' stata dura, molto dura''. Una notte il giovane somalo e' stato anche derubato da un griuppo di malviventi. ''Stavamo quasi arrivando in Libia - spiega - e siamo stati avvicinati da alcune persone armate. Ci hanno tolto quelle poche cose che avevamo. Siamo rimasti per piu' di un mese bloccati senza sapere cosa fare. Poi abbiamo deciso di andare avanti, anche senza possedere niente''. Cosi' dopo Natale Nou e i suoi compagni arrivano nei pressi di Zuwahra, il porto da cui sono partiti buona parte degli oltre 50 mila profughi che hanno raggiunto Lampedusa. ''Ci hanno aiutato a organizzare il viaggio in poche settimane - dice ancora Nou - ma non i libici'', bensi' i subsahariani che si trovano sul posto da mesi. (segue)