Musica: Fossati, lascio dopo 43 anni e non avro' nostalgia, intorno la solita roba
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - Se gli si chiede cosa gli manchera' lasciando la musica dopo 43 anni, risponde "niente perche' sono convinto che solo una parte di queste cose finisce: la frequentazione e fare i miei dischi" e alla domanda su cosa lo urta di puu' del mondo mudicale rivela che la routine e' la cosa che lo ha "spesso affaticato. La routine delle idee, fare sempre le stesse cose: la musica ha una direzione sola, deve progredire e non puoi fare altro. Intorno a te, invece, c'e' sempre la solita roba". Ivano Fossati si confessa su 'La Stampa' all'indomani dell'addio alle scene musicali dopo 43 anni di attivita': stasera a Milano infatti il cantautore genovese sara' sul palco per l'ultima volta. Di sicuro, rivela l'autore di successi come 'Pensiero Stupendo' e 'Canzone popolare', non gli manchera' non essere piu' contattato con frequenza. "Mio figlio Claudio ed io -ammette- e' come se non avessimo un cellulare". Della sua carriera non rinnega nulla, ma "ci sono tantissime canzoni che non mi piacciono -rivela con sincerita'- soprattutto le prime. Le belle arrivano al 10%, il resto e' come se fossero prove di belle canzoni". Celebre e' la sua 'Canzone popolare', diventata nel 1996, con il suo benestare, la sigla dell'Ulivo. "Per lungo tempo -dice Fossati- non l'ho piu' cantata. Sapeva di politica, e io non ho mai fatto concerti politici. Pentito? No, pero' oggi consiglierei ad un collega piu' giovane di non farlo. La politica oggi ha bisogno di buone idee e non di canzoni: rischi di farti fraintendere".