Prato: il Comune in aiuto degli enti con i traduttori per i cinesi
Prato, 14 mar. - (Adnkronos) - Che molti cinesi a Prato non parlano italiano, e' una realta'. Si tratta della famosa prima generazione di immigrati, ossia coloro che sono arrivati dallo Zheijang e dal Fujian agli inizi degli anni 90. I giovani invece parlano italiano, sia a scuola, che con i compagni della stessa eta' e molto spesso conoscono poco il mandarino (la lingua ufficiale cinese) o il dialetto parlato dai genitori. Per chi arrivera' da ora in poi non sara' piu' cosi': con l'Accordo Integrazione, in materia di immigrazione, entrato in vigore il 10 marzo, chi arriva in Italia per un permesso di soggiorno per lavoro in seguito ai flussi, deve impegnarsi a conoscere il funzionamento delle leggi italiane, della sanita' della scuola, degli obblighi fiscali ed anche a raggiungere un livello di conoscenza della lingua italiana adeguato (livello A2 del frame work europeo di riferimento) che coincide con un italiano sufficiente a sostenere una conversazione minima ed essere autonomi. Chi, entro due anni, non raggiunge questa condizione, rischia che il permesso di soggiorno sia revocato. Nell'accordo saranno impegnate in primo luogo le Prefetture, ma anche le associazioni e gli enti locali potranno dare un loro importante contributo. (segue)