Mafia: Caselli, reato concorso esterno strumento decisivo

Torino, 12 mar. - (Adnkronos) - ''Non ho mai parlato della sentenza perche' non posso assolutamente parlarne essendo ancora sconosciuta la motivazione. Ho parlato solo ed esclusivamente di alcune affermazioni del sostituto procuratore generale e del tono che ha adoperato''. Lo ha precisato il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, parlando con i giornalisti al termine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti piemontese, a proposito della decisione della Cassazioni sul caso Dell'Utri e delle parole pronunciate dal procuratore generale, Franceco Iacoviello, sul concorso esterno in associazione mafiosa. ''Non ho mai invocato l'intervento del Consiglio superiore della magistratura - ha aggiunto Caselli - ho soltanto registrato che in una circostanza indirettamente assimilabile a questa, il Csm e le sezioni unite della Cassazione hanno tenuto un certo atteggiamento. Ma non chiedo niente a nessuno ciascuno faccia cio' che gli compete''. ''A me competeva, credo di averne il diritto-dovere - ha sottolineato Caselli - fare le mie osservazioni sulla tesi che ritengo errata e pericolosa, secondo cui il concorso esterno sarebbe una cosa in cui non crede piu' nessuno e quindi, aggiungo io, da buttare alle ortiche. Non e' cosi': e' ancora oggi uno strumento unico e decisivo per contrastare la cosiddetta zona grigia - ha concluso il magistrato - che e' la spina dorsale del potere mafioso''.