Cagliari: non solo supermarket, in centro storico resistono le 'buttegas' (2)
(Adnkronos) - Non mancano i carciofi di campo, le fave fresche, i limoni o gli agrumi di Villacidro e Muravera, i pomodori di Serramanna, il mirto fatto in casa. 'Pezzi' forti dei banchi delle botteghe sono le 'seadas', dolci di pasta farcita di formaggio dolce, da friggere e poi mangiare con il miele o lo zucchero, i 'culurgiones' ogliastrini, ravioli farciti di ricotta e menta, i 'pistoccus', biscotti, di Fonni, ma la regina della buona tavola resta sempre la bottarga di Cabras. Sono talmente pochi questi negozi che si possono contare appena sulle dita di una mano, ma resistono, e bene, con i prodotti genuini della Sardegna, come per fare un altro esempio la ricotta di capra, difficile da trovare in un supermarket. La qualita', pero' si sa, si paga. E i prezzi non sono certo quelli dell'hard discount: un etto di prosciutto di Desulo ad esempio va dai 6 ai 7euro e 50, i pane di Fonni a 2,5 euro a confezione, il pecorino fatto dal pastore 13 euro al chilo, il formaggio di capra arriva anche a 15, ma a compensare l'alto costo c'e' il nel rapporto di qualita', e spendere qualche euro in piu' vale la pena per un alimento di provenienza certa e di qualita'. Poi c'e' il rapporto con il negoziante, quel rapporto umano che non si trova nella grande distribuzione, dove non si trova nessuno dietro un banco, magari per scambiare due chiacchiere, o in un frigorifero dal quale si prende cio' che serve. Qui tutti si conoscono, il negoziante dispensa suggerimenti sulle merci piu' fresche, su quelle arrivate di prima mattina con i corrieri dai paesi.E in certi casi, quando la fiducia e' ben salda, si compra anche 'a libretto', come si diceva anni fa in Sardegna, ovvero a credito segnando l'importo della merce su un quaderno, il libretto appunto, e saldando il debito magari due o tre giorni dopo. (segue)