Lamolinara, Gb: "Italia informata mentre il blitz era in corso"
Londra, 9 mar. (Adnkronos/Ign) - Sale la tensione tra Roma e Londra per il mancato coinvolgimento degli italiani nella scelta del fallito blitz in Nigeria costato la vita a Franco Lamolinara e Christopher McManus. Se Downing Street da una parte spiega di aver "contattato l'Italia mentre l'operazione era in corso", una fonte riportata da Skynews rivela invece che quando il premier britannico David Cameron ha chiamato il presidente del Consiglio Mario Monti gli ostaggi "erano già morti". "Si trattava di una situazione che si sviluppava molto velocemente", ha detto uno dei portavoce durante un briefing con la stampa a Londra, aggiungendo che "la nostra priorità in era rispondere alla situazione sul terreno e fare tutto il possibile per tentare di assicurare la salvezza e la liberazione degli ostaggi". Quanto alla richiesta del governo italiano di avere tutte le informazioni sull'operazione, il ministro della Difesa britannico Philip Hammond ha affermato di voler "analizzare esattamente quello che è successo per imparare la lezione per simili situazioni in futuro". "Ovviamente - ha aggiunto il ministro - comunicheremo tutto quello che possiamo agli italiani così che possano avere una piena comprensione della dinamica degli eventi". Secondo quanto affermato dal Daily Telegraph, che cita una fonte di sicurezza nigeriana, i due ostaggi non sono rimasti vittime del fuoco incrociato, ma sarebbero stati uccisi con un colpo in testa prima ancora che le teste di cuoi britabbiche entrassero nel compound. Una versione confermata da un portavoce di Downing Street. Intanto dalla stampa britannica arrivano indiscrezioni sulla dinamica del blitz. Secondo quanto srive l'Independent agli italiani, che non avevano una presenza sul terreno, era stato detto, e avevano concordato, che avrebbe potuto essere lanciata una azione entro poco tempo. Qualsiasi protesta è quindi ''in malafede''. A far scattare l'operazione, ricostruisce il quotidiano, sarebbe stata l'intercettazione di una telefonata da cui era trapelato che i rapitori stavano per ''vendere'' gli ostaggi a una fazione più radicale. ''Terze parti'' si erano aggiunte nei negoziati, che avevano visto impegnati britannici e nigeriani, sollevando il timore che il gruppo di sequestratori non sarebbe riuscito a controllare i loro ostaggi a lungo ancora. Le richieste avanzate per la liberazione di Lamolinara e McManus erano ''confuse''. Circa una ventina di militari britannici hanno preso parte all'operazione, aggiungono le fonti del Guardian, fra i 16 e i 20 precisa il Daily Telegraph. "I primi a entrare'' in pieno giorno, alle undici del mattino di ieri (ora italiana), nel compound di Sokoto in cui si trovavano gli ostaggi sono state le teste di cuoio dello Special Boat Service della marina britannica, ricostruiscono i media britannici. L'unità delle forze speciali si trovava in Nigeria da oltre due settimane, aggiunge il quotidiano conservatore. ''Mentre gli uomini dell'Sbs facevano irruzione nel compound, uno dei rapitori è stato ucciso ma gli ostaggi sono poi stati trovati morti'', spiegano le fonti della BBC precisando ancora una volta che ''secondo tutte le prime indicazioni gli ostaggi sono stati uccisi dai loro rapitori''. (Il Daily Telegraph scrive, citando fonti del ministero della difesa, che sono stati almeno due i sequestratori uccisi e che l'operazione è proseguira fino a tarda sera). ''Gli elementi di intelligence che hanno portato al raid sarebbero stati raccolti attraverso una cooperazione con i nigeriani, dopo che una fonte aveva identificato la casa in cui gli ostaggi erano tenuti'', ha aggiunto l'emittente britannica. Fonti citate dal Guardian precisano che le informazioni sono state raccolte dai servizi nigeriani dopo un raid in una base di Boko Haram nello stato di Kaduna. L'operazione congiunta britannica e nigeriana era stata raccomandata dall'intelligence britannica dopo una serie di riunioni del Cobra, il comitato per le emergenze alla sicurezza nazionale del governo a cui partecipa anche il premier che è stato informato del fallimento del raid a fine mattinata, come scrive il Daily Telegraph, precisando che vi sono state almeno venti riunioni del Cobra con i funzionari impegnati nella raccolta di informazioni dedicate alla crisi. Il direttore delle Forze speciali è stato in costante contatto con l'ufficiale al comando delle teste di cuoio dell'Sbs e con le agenzie di intelligence, a partire dall'MI6, si precisa.