Catturato in Spagna Giuseppe Polverino, boss superlatitante da 1 miliardo di euro
Napoli, 7 mar. - (Adnkronos/Ign) - E' finita ieri a Jerez de la Frontera in Spagna in un complesso residenziale di ville super lussuose la latitanza del boss napoletano Giuseppe Polverino, 53 anni, capo dell'omonimo clan camorristico che controlla un impero economico da 1 miliardo di euro. Il boss, inserito nell'elenco dei ricercati più pericolosi d'Italia, è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli insieme a personale dell'Uco (Unidad Central Operativa) della Guardia Civil dopo incessanti ricerche. Latitante da sei anni, Polverino detto 'O barone', viene considerato l'erede di Lorenzo Nuvoletta. Il boss ha acquisito prestigio criminale dallo storico clan di Poggio Vallesana, tra i primi a stringere alleanza con la mafia palermitana. Era ricercato in base a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Napoli su richiesta dei pm della Direzione distrettuale antimafia nell'ambito di una indagine che ha sgominato l'intero clan. Quando i militari lo hanno bloccato si trovava in compagnia di Raffaele Vallefuoco, altro esponente di spicco della cosca attiva a Marano e latitante da dieci anni. Il boss ha tentato di evitare l'arresto mostrando una carta d'identità intestata ad altra persona, ma il tentativo è andato a vuoto. A Polverino e Vallefuoco, che erano ricercati in tutta Europa, i carabinieri hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, su richiesta della Dda partenopea, per associazione di tipo mafioso e associazione finalizzata al traffico e spaccio di stupefacenti aggravata dal metodo mafioso Secondo gli inquirenti Polverino è il leader indiscusso del traffico internazionale di hashish. Il camorrista avrebbe stabilito contatti stabili con trafficanti marocchini residenti in Spagna rivendendo all'ingrosso in Italia la droga riducendo al minimo i rischi e aumentando al massimo i profitti. Per la Dda il boss è' "dotato di una non comune intelligenza e capacità imprenditoriale che ha diversificato gli investimenti in attività apparentemente lecite nel settore dell'edilizia e dell'industria alimentare stringendo alleanze con tutti i clan campani dei quali è diventato il fornitore di ingenti partite di hashish restando fuori dalle cruenti guerre di camorra degli ultimi anni che hanno indebolito la maggior parte delle compagini criminali".