Teatro: Lavia, lo Stato renda gratuito accesso al palcosenico

Roma, 4 mar. - (Adnkronos) - Un luogo d'incontro sempre aperto in cui si e' formata la coscienza civile di un popolo. Un luogo in cui la gente si ritrovava non solo per assistere agli spettacoli. E' l'immagine del teatro classico che, nell'antica Grecia, ha visto passare tra le sue mura attori, oratori e perfino santi. Basti pensare che San Paolo ha predicato nel teatro di Efeso. Ed e' questa l'idea alla quale pensa l'attore e regista Gabriele Lavia, direttore artistico dello Stabile di Roma, che comprende l'Argentina, l'India e il teatro di Ostia Antica. Arrivato a capo dello stabile capitolino alla fine del 2010, insieme a Franco Scaglia che ricopre l'incarico di presidente, Lavia immagina il teatro come un edificio senza porte. E, soprattutto, ad ingresso libero. "Se dipendesse da me - racconta Lavia all'Adnkronos- il teatro sarebbe tutto ad ingresso libero. Questa e' la mia fede profonda: probabilmente non si puo', o non si vuole. Ma la vera grandezza di uno Stato, come era grande Atene -scandisce Lavia- si misura nella sua capacita' di dare gratuitamente alla polis, alla gente che si e' riunita intorno ad un unico polo, la visione di cio' che e' realmente". Una visione, questa, che "puo' essere resa soltanto attraverso la rappresentazione teatrale". Un modo inedito e dirompente, insomma, di intendere il teatro. Soprattutto ora che la cultura, in Italia, e' investita da tagli di bilancio e naviga a vista. Una scommessa che coincide con la necessita' di aprire le porte dele sale rendendole sempre fruibile al di la' degli orari canonici dello spettacolo serale. "L'idea che giuda la mia direzione dello Stabile di Roma -puntualizza Lavia- e' quella di non considerare il teatro come un luogo che si apre alle 20 e 45 e si chiude alle 24,15. Lo considero, invece, come un posto aperto, come era nell'antica Grecia: il teatro non veniva utilizzato soltanto per le rappresentazioni ma era uno spazio d'incontro. San Paolo per esempio - ricorda Lavia- ha predicato nel teatro di Efeso, un sito in cui la citta' si raccoglieva per fare certe cose". (segue)