Lucio Dalla: Avati, tentai di buttarlo giu' dalle scale della Sagrada Familia

Roma, 2 mar. - (Adnkronos/Dpa) - ''Non so se l'ho inventato o se sia accaduto davvero. Pero' mi sembra proprio che una mattina, a Barcellona, in cima alle scale della Sagrada Familia, ho provato a buttarlo di sotto. D'altronde ho smesso di suonare per colpa sua''. Lo racconta il regista Pupi Avati in un'intervista a 'Il Messaggero', parlando della sua lunga e non sempre serena amicizia con il cantautore Lucio Dalla, scomparso ieri mattina a Montreaux in Svizzera, durante una tournee. I due si sono conosciuti nel '59. ''Lui ha 16 anni -racconta Avati- io 21. Lui suona -malissimo- in un'orchestra arrangiata alla meno peggio. Io sono il miglior clarinettista di Bologna, spocchioso fino all'antipatia''. Dalla inizia a seguire Avati finche' il leader della jazz band del regista si ammala e cooptano il futuro autore di 'Anna e Marco'. ''Con terrore e invidia - tanta - assisto all'esplosione del suo talento musicale -racconta ancora Avati- della sua genialita'. Lui viene travolto dal successo e io li', a rodermi il fegato''. E aggiunge: ''Non ci siamo rivolti parola per dieci anni''. Il cinema ha fatto ripartire l'amicizia tra i due artisti: ''Poi il cinema ha placato la mia invidia e la nostra amicizia e' ripresa dove l'avevamo lasciata'', afferma Avati, che ricorda i momenti belli trascorsi a Bologna insieme a Dalla che, dice, ''era l'amico vero, quello che ti rassicura. Che c'e' sempre. Che ci sara' sempre. Sono sicuro -conclude- che brinderemo di nuovo insieme''.