Siria, l'esercito conquista Bab Amro Londra ritira il personale diplomatico
Londra, 1 mar. - (Adnkronos/Aki/Ign) - La situazione in Siria sembra peggiorare con il passare delle ore e dei giorni. Oggi il Regno Unito ha deciso di richiamare in patria tutto il suo personale diplomatico rimasto nel Paese. Il provvedimento e' stato preso per motivi di sicurezza e non comporta l'interruzione dei rapporti diplomatici con Damasco. Il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha spiegato in una nota presentata al parlamento che l'ambasciata era rimasta aperta finora "nonostante le violenze" per attivita' di comunicazione e per monitorare gli eventi, ma il deteriorarsi della situazione mette ora in pericolo il personale. "I cittadini britannici che restano in Siria nonostante i nostri chiari inviti a lasciare il paese devono contattare le ambasciate dei paesi Ue che restano aperte se necessitano di assistenza consolare", ha detto ancora Hague, spiegando che Londra resta impegnata a usare tutti gli strumenti diplomatici per fare pressione sul regime del presidente Bashar al-Assad e convincerlo a mettere fine alle violenze. A Homs intanto si continua a combattere: dopo le bombe ora l'esercito è entrato a piedi nel quartiere 'ribelle' di Bab Amro. I ribelli e i militari disertori hanno annunciato il ''ritiro tattico'' a casua della "mancanza di munizioni e armi". La comunità internazionale dal canto suo prosegue con il pressing sul regime di Assad. Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che "condanna con forza le continue e sistematiche violazioni dei diritti umani e delle liberta' fondamentali da parte delle autorita' siriane". La risoluzione, che esprime anche "forte preoccupazione per la situazione umanitaria in Siria", e' stata proposta dalla Turchia e approvata a Ginevra con 37 voti a favore, tre contrari (Russia, Cina e Cuba) e tre astensioni. Prima del voto, Mosca aveva fatto sapere di ritenere la risoluzione "non bilanciata". L'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Kofi Annan, ha auspicato di potersi recare "presto" in visita a Damasco per portare "un messaggio chiaro", ovvero che le violenze e le uccisioni devono cessare. Parlando con la stampa al termine di un incontro con il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, Annan ha chiesto l'appoggio alla sua missione da parte della comunita' internazionale unita. "E' un incarico molto complicato, si tratta di una sfida dura", ha quindi dichiarato Annan, riferendosi all'obiettivo della sua missione che e' mettere fine alla repressione da parte delle forze di sicurezza governative costata la vita finora ad almeno 7.500 persone. Intanto da Parigi il leader del Cns siriano, Burhan Ghalioun, ha fatto sapere che la giornalista francese rimasta ferita a Homs si trova ancora in Siria, "ma e' in un posto sicuro". La giornalista e' rimasta ferita il 22 febbraio nel bombardamento di Homs in cui sono morti Marie Colvine e Remi Ochlik e non e' riuscita a lasciare il Paese mediorientale.