Bologna: tra polemiche, gaffe e civismo la corsa dei 9 candidati a sindaco (3)
(Adnkronos) - A parte gli accenti peculiari frutto della storia e dell'esperienza di ciascun candidato, i programmi elettorali non sono poi cosi' distanti l'uno dall'altro. E se Merola vuole riallacciare i fili con il lavoro (specie in campo urbanistico) interrotto dalle dimissioni di Delbono e da un anno di commissariamento del Comune, specificando che "non si riparte da zero", Aldrovandi imposta la sua ipotesi di governo con un taglio economico-manageriale da uomo delle imprese, puntando soprattutto sulla sussidiarieta' tra pubblico e privato per il rilancio dell'economia e del lavoro. Per il leghista Bernardini, invece, il motto e' "a Bologna prima i bolognesi", chiarendo che i residenti da almeno 10 anni hanno priorita' nelle graduatorie Erp. "Lotta ai privilegi della casta" resta il must del 'grillino' Bugani, mentre la crociata per risolvere "i problemi concreti" accomuna Corticelli e Carcano, entrambi impegnati ad affermare di essere gli unici veri civici in campo. Al di la' dei progetti amministrativi, non sono mancati durante la campagna motivi di polemica e scontro aperto. Agguerriti Pdl e Lega che, dopo aver subito nell'arco di circa un mese due atti vandalici contro entrambe le sedi elettorali del Carroccio aperte nel centro storico, hanno chiesto a Merola "di prendere chiaramente le distanze dagli elettori cretini". Il candidato del centrosinistra, invece, ha dovuto fare i conti i malumori nati dopo la gaffe calcistica pronunciata in radio, quando ha detto "aupico che il Bologna calcio torni in serie A". Sullo scivolone i suoi sfidanti non hanno certo soprasseduto. La frase di Merola, infatti, e' finita anche su di una t-shirt che il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini ha regalato ad Aldrovandi nel corso di un'appuntamento elettorale. Per Berandini, invece, "Merola si intende piu' di calcio che di politica". (segue)