Mafia: Ingroia, Ciancimino mai dichiarato un supertestimone
Roma, 28 apr. - (Adnkronos) - "A breve avremo un quadro piu' chiaro sul movente della calunnia. La conclusione delle indagini non e' lontanissima". Il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, formula questa previsione nella rubrica Storiacce-di Raffaella Calandra a Radio 24 - sull'arresto di Massimo Ciancimino, per calunnia e truffa. "Puparo o non puparo, si tratta di vedere se ha fatto tutto da solo o ci sono complici, in tal caso- dice - c'e' un disegno piu' complesso da decifrare nell'insieme". E prosegue sostenendo che "un eventuale giudizio di inattendibilita' di Ciancimino danneggerebbe una parte dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, ma non tutta nel suo complesso". Il procuratore palermitano assicura a Radio 24 che "non c'e' stato un innamoramento della fonte, non e' mai stato dichiarato un supertestimone". Quanto all'arresto per calunnia di Ciancimino jr, "da una parte, quando si fanno passi avanti verso la verita', c'e' sempre soddisfazione, dall'altra - aggiunge a Radio 24 - c'e' anche delusione per un teste, che si e' rivelato in parte inaffidabile". Sulle divergenze con la Procura di Caltanissetta e lo scambio di informazioni, Ingroia assicura che "in questo momento ogni ufficio ha gli atti degli altri". Quanto invece agli attacchi politici ricevuti, "ho la coscienza a posto", risponde Ingroia, che definisce "convincente e condivisibile" l'analisi del procuratore Giancarlo Caselli che ipotizzava che la vicenda Ciancimino sia stata usata a sostegno della riforma della Giustizia. E a chi ha evocato il metodo Falcone, Ingroia replica: "Noi ci ispiriamo a quel metodo, spesso sono usati strumentalmente nomi dei magistrati morti, per opporli a quelli vivi. E finche' sono vivi vengono osteggiati come Falcone, da morti osannati".