Libia, La Russa: pronti otto aerei
Roma, 27 apr. (Adnkronos/Ign) - "O colpiamo con azioni mirate o lasciamo uccidere" migliaia di civili. E' quanto ha affermato oggi il ministro degli Esteri, Franco Frattini, parlando davanti alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato della decisione di autorizzare azioni mirate degli aerei italiani. Il titolare della Farnesina ha detto di "condividere fortemente" la valutazione espressa dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sui nuovi sviluppi dell'azione italiana in Libia. Frattini ha descritto il leader libico Muammar Gheddafi come "un uomo solo contro tutti e desideroso di vendetta", che continua ad usare "in modo spietato" quanto resta del suo arsenale. La decisione italiana, ha spiegato il ministro, si situa nell'ambito della risoluzione 1973 dell'Onu che autorizza l'adozione "di tutte le misure necessarie". Dunque non è "un cambiamento di strategia", ma una "sua evoluzione". "Si era, si è e si sarà all'interno della risoluzione Onu 1973 - ha messo in chiaro - no ad azioni di terra, no a obiettivi civili, certamente sì a tutto quello che occorre alla protezione della popolazione civile libica". Il ministro ha poi sottolineato anche il peso che ha avuto sulla decisione italiana la visita a Roma di Mustafa Abdel Jalil, capo del Consiglio nazionale transitorio libico. Non solo Jalil ha esposto "con sincerità e commozione" un "quadro drammatico" della situazione sul campo, ma le sue dichiarazioni "sull'amicizia fra i nostri due popoli", ha detto Frattini, hanno anche "sgombrato il campo da ogni possibile dubbio" sulla possibilità che interventi aerei mirati possano essere interpretati come un atto "neocoloniale". E' "illusorio" credere che se l'Italia rimanesse un passo indietro nell'operazione in Libia si potrebbe limitare l'ondata di profughi. Anzi, al contrario, "più forte sarà la pressione sul regime, più forte sarà la pressione per bloccare i profughi" ha affermato ancora il ministro degli Esteri, ricordando "con quale spregiudicatezza Gheddafi abbia usato" gli sbarchi dei migranti come arma. Frattini ha anche avanzato l'ipotesi che l'uso da parte del colonnello libico degli sbarchi come minaccia e arma venga valutata dalla Corte penale internazionale. "Valutazione dell'Italia è che il processo politico debba far capo alle Nazioni Unite" ha poi affermato il titolare della Farnesina. E, sottolineando l'importanza "di parlare con una voce sola", il ministro ha annunciato di voler tornare su questo punto con l'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia, Abdelilah al-Khatib, "che verrà a trovarmi domani a Roma". La valorizzazione del ruolo Onu anche nell'assistenza umanitaria sarà al centro della terza conferenza del Gruppo di contatto per la Libia che si terrà il 5 maggio a Roma, ha precisato Frattini. L'Italia in Libia non ha deciso alcuna ''svolta'' nel suo impegno militare, ha sottolineato anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ma solo ''un adeguamento del suo contributo agli sforzi della comunità internazionale attraverso l'aumento dell'efficacia del suo intervento all'interno della stessa strategia''. E' ''assolutamente necessario mantenere una forte pressione su Gheddafi anche attraverso una credibile azione militare'' ha aggiunto La Russa nelle sue comunicazioni davanti alle commissioni riunite. Il ministro ha poi spiegato che dopo le comunicazioni di oggi al Parlamento, 8 aerei italiani dei 12 velivoli complessivi saranno a disposizione della Nato per colpire obiettivi militari in Libia. ''I velivoli e gli equipaggi - ha precisato - sono già pronti e al termine di questa informativa saranno messi a disposizione della Nato per essere impiegati'' per colpire ''obiettivi militari'' in Libia. Mentre ''a giorni'' saranno inviati in Libia ''dieci istruttori militari che, insieme a pari numero d'istruttori forniti da Francia e Gran Bretagna, saranno inseriti nella costituenda struttura militare di comando del Consiglio Nazionale di Transizione a Bengasi''. ''Continuare a parlare di bombardamenti a me sembra fuorviante'' ha osservato il titolare della Difesa. Parlare di bombardamenti è fuorviante e scorretto - ha rimarcato - e tanto più lo è il desumere, dall'improprio utilizzo di quel termine approssimativo, un sostanziale cambio di strategia delle nostre forze". La Russa ha precisato che si tratta di ''un aumento di efficacia delle nostre modalità operative all'interno della stessa strategia cui la nostra azione si ispira sin dal momento dell'adesione alla risoluzione 1973'' dell'Onu. ''L'impiego delle nostre forze aeree avverrà nel pieno rispetto della risoluzione 1973 - ha ribadito - e l'ingaggio degli obiettivi avverrà con sistemi d'arma di alta precisione, al fine di evitare danni collaterali''.