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Affari tuoi, "ci si abitua a tutto": De Martino, la clamorosa stroncatura di Aldo Grasso

Più che una recensione (cattiva), quella di Aldo Grasso su Stefano De Martino somiglia tanto a una esecuzione sommaria dal punto di vista professionale. 

"La finora modesta conduzione di Stefano di Martino di Affari Tuoi il programma di access prime time di Rai Uno pone un bel problema teorico", esordisce il celebre critico del Corriere della Sera nel suo videoblog Televisioni: "​È più importante il format o il conduttore?", domanda Grasso. 

 

 

 

La questione si intreccia strettamente con il recente passato della Rai, visto che la scorsa stagione il quiz show di Rai 1 è stato uno dei programmi di maggior successo di tutto il palinsesto, uno straordinario volano di ascolti anche per i programmi del prime time, la "vecchia" prima serata. In tanti pensavano che con l'addio di Amadeus, volato al Nove dallo scorso giugno, anche Affari tuoi sarebbe entrato in crisi. La prima settimana di programmazione con De Martino alla conduzione, però, dal punto di vista dei numeri è stata più che soddisfacente anche considerata l'esperienza tutta da maturare alla guida di un quiz, dopo il buon precedente dell'ex ballerino di Amici alla guida del comedy show Stasera tutto è possibile in prima serata su Rai 2. Ma secondo Grasso, invece, qualcosa non sta andando per il verso giusto.

 

 

 

"In questo caso il format è molto forte, da anni va in onda e ha avuto molti conduttori, alcuni dei quali hanno lasciato il proprio segno dando un volto alla trasmissione. Pensiamo a Paolo Bonolis, Flavio Insinna, Amadeus", ricorda il critico del Corsera.

"​Anche se il format è forte - prosegue -, è comunque interessante la sua personificazione. Cioè la capacità di lasciare un'impronta personale che si lascia in due momenti: dapprima nella sua interlocuzione con gli ospiti e poi nella costruzione della suspence sul pacco finale". In questo senso, però, "De Martino ancora non è riuscito a caratterizzare questo programma, ma ci riuscirà per effetto della legge fondamentale che guida la televisione: l'abitudine". Potrebbe sembrare quasi un complimento, tra le righe. Oppure no?