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Forum Comitato Leonardo, piano piace a imprenditori italiani
Milano, 13 nov. (Labitalia) - Quali sono le dimensioni del fenomeno della quarta rivoluzione industriale? Quali gli effetti dell’implementazione delle tecnologie digitali sul sistema industriale italiano? Come è stato recepito dagli imprenditori il piano Industria 4.0 varato un anno fa dal Governo e quali risultati ha raggiunto? Queste le riflessioni al centro del XVI forum del Comitato Leonardo, organizzato in collaborazione con Agenzia Ice, Confindustria e UniCredit, l’appuntamento che annualmente riunisce istituzioni, imprenditori e rappresentanti del mondo finanziario per fare il punto sulla situazione del Made in Italy e sulle prospettive di sviluppo per le nostre imprese. Al forum, che per la prima volta si è svolto a Milano, presso l’UniCredit Pavilion, hanno preso parte la Presidente del Comitato Leonardo Luisa Todini, il ceo di UniCredit Jean Pierre Mustier, il sottosegretario allo Sviluppo economico Ivan Scalfarotto, il Presidente dell’Agenzia Ice Michele Scannavini e il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. Sono, inoltre, intervenuti Stefano Firpo, dg Politica industriale, competitività e pmi del Mise e gli imprenditori Lavinia Biagiotti (presidente Biagiotti Group), Adolfo Guzzini (presidente iGuzzini Illuminazione), Sandro Salmoiraghi (presidente Federmacchine) e Paolo Scudieri (presidente Adler Group). Durante l’incontro è stata presentata la ricerca realizzata per il Comitato Leonardo da Kpmg Advisory, dedicata al tema 'Industria 4.0 per un’impresa globale'. “I forum del Comitato Leonardo nascono per essere acceleratori di idee, luoghi di confronto dove disegnare insieme l’industria del futuro - dichiara Luisa Todini, presidente del Comitato Leonardo- i risultati del primo anno del Piano Industria 4.0 sono molto incoraggianti: la 'via italiana', basata su sgravi diretti alle imprese, ha dato impulso alla produzione industriale e agli investimenti in tecnologie abilitanti. Abbiamo quindi accolto con favore la decisione del governo di rifinanziare le principali misure previste dal Piano, destinando più di 10 miliardi al pacchetto impresa 4.0, e l’introduzione del credito d’imposta per la formazione, fondamentale perché per gestire le sfide della digitalizzazione servono competenze adeguate". "Affinché la rivoluzione digitale -avverte- porti un vero valore aggiunto al Sistema Paese serve uno sforzo innanzitutto culturale, per coinvolgere nel processo anche le imprese di piccole e medie dimensioni. Occorre inoltre favorire una maggior integrazione tra mondo dell’università e della ricerca e tessuto produttivo e sviluppare le infrastrutture necessarie a garantire la connettività, a cominciare dalla banda larga, su cui siamo ancora indietro rispetto all’Europa". "L’Italia -spiega Jean Pierre Mustier, amministratore delegato di UniCredit- grazie alle sue eccellenze, è la terza economia d’Europa e la settima nazione industriale del mondo, con export in crescita. Questo perché la sua manifattura è famosa in tutto il mondo, grazie ad una diffusa e radicata cultura imprenditoriale. Il tessuto economico composto prevalentemente dalle piccole e medie imprese assicura il proprio successo tramite la creatività e la flessibilità con cui queste aziende si adattano ai mercati in evoluzione. L’Italia ha, quindi, le caratteristiche per poter eccellere nell’innovazione 4.0, in un contesto dove l'Europa si è posta l'obiettivo di raggiungere entro il 2020 un 20% del pil dalla manifattura". "La digitalizzazione -continua Lusa Todini- a tal riguardo, è un importante fattore per permettere la trasformazione di idee in prodotti e servizi concreti. Per facilitarlo, serve investire sia nell’infrastruttura (una rete ad alta velocità) sia nella formazione, per costruire le nuove competenze quali 'big data' e intelligenza artificiale, e creare le condizioni perché queste competenze professionali rimangano in Italia. Infine, occorre concentrare gli sforzi per sviluppare nuove forme di accesso ai mercati di capitali per le pmi e le start up italiane ed europee, attraverso l’azione dei fondi pensionistici privati e delle compagnie di assicurazione". “Il Piano Industria 4.0 -ricorda Michele Scannavini, presidente Agenzia Ice- ha dato un importante impulso al rilancio dell'industria italiana, per riaffermare la sua competitività sui mercati globali, sempre più interconnessi. A sostegno dei processi di ammodernamento che Industria 4.0 sostiene, l'Agenzia Ice ha avviato una serie di iniziative con l'obiettivo di promuovere i nostri vantaggi competitivi all'estero, e favorire l’inserimento delle nostre aziende nel circuito digitale e dell'innovazione dell'economia mondiale. Questi progetti, cui abbiamo destinato risorse crescenti, vanno dal supporto fornito alle aziende hi-tech ed alle start up innovative, ad operazioni tese ad aumentare la presenza delle nostre imprese, e soprattutto delle pmi, nell'economia digitale. In questo ambito una priorità è l'e-commerce, in cui esistono robusti margini di crescita, data la quota marginale dell'Italia rispetto ai competitors". "L’industria italiana -afferma il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia- è passata dalla resistenza alla reazione prendendo a ricostruire il tessuto manifatturiero distrutto dalla crisi. Questo perché può contare su strumenti, come quelli di Industria 4.0, rivolti alla crescita. Si dimostra, pertanto, che esiste una stretta relazione tra cause ed effetti anche se le une e gli altri sono distanti nel tempo. Invitiamo quindi i governi a proseguire lungo il percorso imboccato senza incertezze o ripensamenti perché i risultati di domani dipenderanno dalle scelte di oggi. Industria 4.0 vuol dire realizzare prodotti artigianali in chiave industriale per conquistare quei mercati di nicchia che sono i mercati ideali per gli imprenditori italiani. Abbiamo di fronte una grande opportunità. Dobbiamo saperla coglierla in pieno". Dallo studio di Kpmg, che analizza il fenomeno Industria 4.0 a livello nazionale e internazionale, emerge come gli interventi del Piano si siano inseriti in un contesto economico di espansione: in Italia la produzione industriale di macchinari da gennaio 2016 è cresciuta del 4% e il relativo fatturato del 15%. Nel primo trimestre 2017 gli investimenti fissi lordi sono aumentati nel complesso del 9% (in particolare, gli investimenti in macchinari sono cresciuti dell’11,6% e gli investimenti in apparecchiature elettriche ed elettroniche del 19,7). Il fatturato interno in Italia è cresciuto tra gennaio 2016 e maggio 2017 del +8% per macchinari e del + 3,5% per apparecchiature elettriche ed elettroniche, più di quello tedesco (rispettivamente -2% e + 3%). Lo studio ha poi analizzato il sentiment degli imprenditori italiani nei confronti del piano industria 4.0: è emerso che il oltre ¾ delle imprese (75,8%) è a conoscenza delle misure varate dal Governo, anche se esiste un gap di conoscenza per alcuni settori, come quello del commercio e delle costruzioni, e per le imprese più piccole. Le associazioni di categoria hanno svolto un ruolo importante nella diffusione della conoscenza del Piano: nel 62,4% dei casi la conoscenza è stata veicolata da loro. Emerge inoltre come, in assenza del Piano, il 47,9% delle imprese che hanno effettuato investimenti avrebbero destinato un importo minore e il 5,6% degli investimenti non sarebbe stato proprio effettuato. Gli strumenti del Piano più utilizzati sono stati il superammortamento (51,4%) l’iperammortamento (43,8%) e il credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo (29,2%); in particolare, il superammortamento è considerato utile da oltre il 72% delle imprese a conoscenza del Piano. In generale, le imprese prevedono un impatto profondo della quarta rivoluzione industriale su come e cosa si produce, anche se l’impatto previsto sul proprio business è più ampio al crescere della dimensione aziendale. Tra le 9 tecnologie abilitanti della quarta rivoluzione industriale, l’advanced manufacturing solution è stata oggetto di investimento da parte di un’impresa su due. Seguono gli investimenti nell’Industrial Internet (28,5% delle imprese), big data e analytics (27%), cloud (26%). Per quanto riguarda la formazione professionale, quasi il 70% delle imprese avvierà iniziative specifiche in seguito agli investimenti effettuati grazie al Piano Industria 4.0, anche in questo caso le più interessate saranno le aziende di grandi dimensioni e appartenenti ai settori dell’industria in senso stretto.