previdenza

Pensioni, Cazzola: "Riforma Fornero ha già subito gravi mutilazioni"

Roma, 3 gen. (Labitalia) - "Condivido i giudizi e le preoccupazioni di Alesina e Giavazzi sul futuro del sistema pensionistico il cui equilibrio non è garantito per sempre, dal momento che dipende da variabili, prima fra tutte l’andamento dell’economia e della occupazione, i cui trend sono mutevoli: quasi mai si sono verificati i presupposti su cui si basavano gli effetti delle riforme". Lo dice a Labitalia Giuliano Cazzola, economista ed esperto di previdenza. "È giusto che due autorevoli commentatori prendano posizione, perché se è vero che il M5S e la Lega (la quale si sta tirando dietro tutto il centrodestra compresa Forza Italia) hanno dichiarato guerra alla riforma Fornero, in realtà non c’è nessuno che la difenda (basta assistere al vilipendio che ne fanno i talk show) neppure nella maggioranza", aggiunge Cazzola. "E’ senz’altro vero -dice Cazzola- che con le diverse tipologie dell’Ape i governi Renzi e Gentiloni hanno difeso taluni aspetti più importanti della legge del 2011. Attenzione, però: le agevolazioni per le categorie disagiate (una definizione che non ha alcun valore scientifico) -avverte-sono un grimaldello con il quale i sindacati, ad ogni legge di bilancio, chiederanno ulteriori inserimenti oltre le attuali 15". "Poi, c’è una via d’uscita di carattere strutturale -spiega l'esperto- ed è quella riservata ai precoci, che sarà molto utilizzata dalle generazioni dei baby boomers, le quali sono in grado di avvalersi di tutte le forme di pensione anticipata (soprattutto se si tratta di lavoratori maschi) a un’età intorno ai 60-61 anni, perché hanno avuto la condizione di entrare presto nel mercato del lavoro e di restarci a lungo e stabilmente". "Al di là dei costi assolutamente credibili ipotizzati dai due economisti" nell'ipotesi di un congelamento dell'età di pensione per tutti i lavoratori, spiega ancora Cazzola, occorre ricordare che "la riforma Fornero ha già subito mutilazioni gravi: non dobbiamo dimenticare che le misure adottate nel 2017 hanno comportato un aggravio di spesa di 7 miliardi in un triennio, mentre quelle della legge di bilancio per il 2018 aggiungeranno altri 2 miliardi in un decennio". Insomma, Cazzola teme "ulteriori e più significative manomissioni", visti anche i programmi elettorali, compreso quello di Silvio Berlusconi: "Un vero e proprio ‘gettare soldi dall’elicottero’ sui pensionati", lo definisce Cazzola che conclude: "Bisogna avere il coraggio di denunciare l’insussistenza dell’equazione poveri=pensionati. Nella diffusione di questa ‘bufala', i media soprattutto televisivi portano una responsabilità enorme".